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- L'inchiesta Ducale ha rivelato il controllo dei rifiuti da parte della 'ndrangheta a Sambatello.
- Domenico Araniti, noto come Il Duca, decideva chi lavorava nell'impianto di smaltimento dei rifiuti solidi urbani.
- Arresto di Daniel Barillà, coinvolto nelle elezioni regionali e comunali del 2020 e 2021.
La criminalità organizzata ha affondato le sue radici nel ciclo dei rifiuti per decenni, e la situazione a Sambatello, frazione di Reggio Calabria, ne è un esempio lampante. L’inchiesta “Ducale”, condotta dal procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri, con gli aggiunti Stefano Musolino e Walter Ignazitto e il sostituto procuratore Salvatore Rossello, ha rivelato come Domenico Araniti, noto come “Il Duca”, attraverso società di comodo, decidesse chi potesse lavorare nella struttura di smaltimento dei rifiuti solidi urbani (Rsu) di Sambatello e chi no. Gli affari venivano gestiti insieme agli esponenti della cosca di Calanna.
L’impianto di smaltimento dei Rsu di Sambatello, realizzato negli anni ’80, è parte del sistema integrato regionale di gestione dei Rsu Calabria Sud. La struttura sorge a ridosso della strada veloce Gallico-Gambarie. Le risultanze investigative relative all’impianto di Sambatello danno conto di dinamiche di gestione mafiosa del territorio, controllo delle attività economiche, regole di riparazione del territorio e scontri tra gruppi per il controllo ‘ndranghetistico degli interessi economici.
Il controllo mafioso sull’impianto di Sambatello
Domenico Araniti, attraverso il suo potere, dava ordini chiari: chi “si sente” avrebbe potuto svolgere la mansione di guardia, mentre chi “non si sente” avrebbe dovuto prendere la scopa e pulire. Questo emerge dalle intercettazioni tra il boss e Carmelo Trapani, detto “Il Tacchino”. Francesco Araniti, detto “U Parenti”, troncava le speranze di un disoccupato interlocutore, affermando che il cugino non mandava nessuno perché ci volevano presupposti per mandare le persone, specificando che le persone dovevano essere assunte direttamente dal Comune o dalla Regione.
Trapani sosteneva di avere i presupposti, ma Araniti completava la frase: “ti arrestano immediatamente”. Trapani, concordando con l’affermazione, specificava di aver maturato questa convinzione leggendo nell’ultimo periodo. Francesco Araniti rispondeva: “non ti sto dicendo parlando in generale— che c’entra. parlando. apre un posto di lavoro aprono altre cose!. allora, quanto ti dico io, ti sembra che “zannio”io, all’epoca, per dirgli “fa, fate quello che volete!”, sembra che scherzo? (.) cambiati tempi!. dobbiamo adeguarci!”.
Il ruolo di Daniel Barillà e le proteste contro le ecoballe
L’inchiesta “Ducale” ha anche messo in luce il ruolo di Daniel Barillà, genero di Domenico Araniti, arrestato e posto ai domiciliari. Barillà, indicato come esponente apicale dell’omonima cosca, aveva alterato le operazioni di voto nelle tornate elettorali del 2020 e 2021, influenzando le elezioni regionali e comunali di Reggio Calabria. Nel giugno del 2020, gli abitanti di Sambatello montarono una protesta contro la decisione del Comune di Reggio Calabria di confezionare i rifiuti solidi urbani in ecoballe e stoccarli all’interno dell’impianto metropolitano TMB di Sambatello.
L’inchiesta registrava un aspro confronto telefonico tra Daniel Barillà e l’allora sindaco Giuseppe Falcomatà. Barillà, promotore del presidio di protesta del Comitato Pro Sambatello, riteneva la protesta un’azione strumentale per oscurare la figura del sindaco in vista delle elezioni comunali. Dopo il tentativo infruttuoso di condizionare le decisioni politiche del sindaco, Barillà ricorse al Tar contro l’ordinanza del Comune di Reggio Calabria. Pochi giorni dopo, il 16 giugno 2020, il sindaco Falcomatà accettò di affrontare la questione delle ecoballe con un gruppo di esponenti del Comitato Pro Sambatello, tra cui lo stesso Barillà.
Reazioni politiche e sociali
L’inchiesta “Ducale” ha suscitato reazioni forti in tutta la Calabria e in Italia. Franco Recupero, segretario provinciale della Lega a Reggio Calabria, ha rotto il silenzio per ricordare la vicenda del candidato sindaco Minicuci, affermando che con le intercettazioni Minicuci dimostra di essere una vera vittima, insieme a tutta la città. Recupero ha sollecitato i cittadini ad attenzionare la vicenda gravissima e ha chiuso il suo intervento rivolgendosi al sindaco con un “Caro Falcomatà, game over”.
Bullet Executive Summary
In conclusione, la gestione dei rifiuti a Sambatello rappresenta un esempio emblematico di come la criminalità organizzata possa infiltrarsi nei settori strategici della gestione dei rifiuti, influenzando le decisioni politiche e alterando le dinamiche sociali ed economiche. La transizione ecologica, la gestione delle risorse naturali e l’economia circolare sono temi centrali per il futuro sostenibile delle nostre comunità. È fondamentale rafforzare le attività di prevenzione e controllo, soprattutto nelle società di gestione dei rifiuti, per fermare gli ecomafiosi e garantire un futuro più pulito e giusto per tutti.
Nozione base: La transizione ecologica implica un cambiamento sistemico verso un’economia sostenibile, riducendo l’impatto ambientale delle attività umane e promuovendo l’uso efficiente delle risorse naturali.
Nozione avanzata: L’economia circolare si basa sul principio di chiudere il ciclo di vita dei prodotti, riducendo al minimo i rifiuti e riutilizzando le risorse. Questo approccio non solo riduce l’impatto ambientale, ma crea anche nuove opportunità economiche e posti di lavoro sostenibili.
- Pagina del Comune di Reggio Calabria sulla gestione dei rifiuti, utile per approfondire sulla gestione dei rifiuti nella città e nella regione
- Sito ufficiale della Procura di Reggio Calabria, fonts ufficiale sull'inchiesta Ducale
- Sito ufficiale di CONAI, Consorzio Nazionale Imballaggi, per approfondire sulla gestione dei rifiuti in Calabria
- Sito ufficiale del Comune di Reggio Calabria, sezione dedicata alla gestione dei rifiuti