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- Il 30 agosto 2024, il Consiglio dei Ministri italiano ha approvato il Decreto legislativo per recepire la direttiva (UE) 2022/2464.
- La CSRD estende gli obblighi di rendicontazione di sostenibilità anche alle PMI, escludendo le microimprese.
- Implementazione graduale con scadenze: 1° gennaio 2024 per grandi imprese e enti di interesse pubblico, 1° gennaio 2025 per altre grandi imprese, 1° gennaio 2026 per PMI quotate e 1° gennaio 2028 per filiali di società madri non UE.
Recepimento della Direttiva CSRD in Italia
Il 30 agosto 2024, il Consiglio dei Ministri italiano ha approvato in via definitiva un Decreto legislativo per il recepimento della direttiva (UE) 2022/2464, nota come Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD). Questa direttiva modifica il regolamento (UE) n. 537/2014, la direttiva 2004/109/CE, la direttiva 2006/43/CE e la direttiva 2013/34/UE, introducendo nuove norme sulla rendicontazione societaria di sostenibilità. L’obiettivo principale è quello di estendere gli obblighi di reporting non finanziario, già applicati alle grandi imprese, anche alle piccole e medie imprese (PMI), ad esclusione delle microimprese. La rendicontazione di sostenibilità, che sostituisce quella non finanziaria, fornirà informazioni cruciali per comprendere l’impatto delle imprese sulle questioni di sostenibilità e come queste influenzano le loro performance aziendali.
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Nuove Sfide per le PMI
La CSRD introduce nuove sfide per le PMI, che dovranno ora adeguarsi agli obblighi di rendicontazione di sostenibilità. Il decreto legislativo prevede che le informazioni fornite siano precise, chiare, standardizzate e complete, per permettere agli investitori e agli stakeholder di valutare i rischi e l’impatto delle attività aziendali sulla sostenibilità. Questo cambiamento mira a migliorare la trasparenza e la comparabilità delle informazioni, riducendo i costi superflui per le imprese e facilitando l’accesso a dati pertinenti e affidabili.
Applicazione Graduale della CSRD
L’implementazione della CSRD avverrà in modo graduale, con diverse scadenze a seconda della tipologia di impresa:
- 1° gennaio 2024: Grandi imprese e imprese madri di grandi gruppi con oltre 500 dipendenti e enti di interesse pubblico.
- 1° gennaio 2025: Tutte le altre grandi imprese e società madri di grandi gruppi.
- 1° gennaio 2026: PMI quotate, enti creditizi piccoli e non complessi, e imprese di assicurazione e riassicurazione captive.
- 1° gennaio 2028: Filiali e succursali di società madri residenti al di fuori dell’UE con ricavi netti superiori a 150 milioni di euro in territorio europeo.
Questa gradualità permetterà alle imprese di adattarsi progressivamente ai nuovi requisiti, garantendo una transizione più agevole verso la nuova normativa.
Il Report di Sostenibilità
Il report di sostenibilità diventa un mezzo essenziale per valutare e rendere noto l’influsso delle aziende in ambito ambientale, sociale ed economico. Questo documento, chiamato anche bilancio di sostenibilità o report ESG (Environmental, Social, and Governance), illustra in maniera approfondita le strategie e le performance di sostenibilità aziendali.
Composizione del Report di Sostenibilità
Ci sono diversi standard e linee guida, tra cui la Global Reporting Initiative (GRI), il Sustainability Accounting Standards Board (SASB), la Task Force on Climate-related Financial Disclosures (TCFD) e i principi ESRS (European Sustainability Standards).
Queste direttive sono state autorizzate dalla Commissione Europea e realizzate dall’EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group).
Bullet Executive Summary
Il recepimento della CSRD in Italia rappresenta un passo significativo verso una maggiore trasparenza e sostenibilità aziendale. Le nuove norme estendono gli obblighi di rendicontazione anche alle PMI, promuovendo una cultura aziendale più responsabile e sostenibile. La gradualità nell’applicazione delle norme permetterà alle imprese di adattarsi progressivamente, garantendo una transizione più agevole. Il report di sostenibilità, strumento fondamentale per misurare e comunicare l’impatto delle attività aziendali, favorisce la trasparenza e la comparabilità delle informazioni, migliorando la gestione dei rischi e facilitando l’accesso a investimenti e finanziamenti.
In conclusione, la transizione ecologica e la sostenibilità non sono solo obiettivi da raggiungere, ma vere e proprie opportunità per le imprese di innovare e crescere. Adottare pratiche sostenibili e trasparenti non solo migliora la reputazione aziendale, ma crea anche valore a lungo termine, rendendo le aziende più resilienti e pronte ad affrontare le sfide future. La rendicontazione di sostenibilità, quindi, non è solo un obbligo normativo, ma un’opportunità per costruire un futuro più sostenibile e prospero per tutti.