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- La PAC ha un budget di 378,5 miliardi di euro ma i piani nazionali non soddisfano le aspettative ecologiche.
- Le esenzioni concesse portano a una riduzione o ritardo nelle misure verdi necessarie.
- Il solo obiettivo misurabile è l'aumento delle coltivazioni biologiche, difficile da raggiungere entro il 2030.
La Politica Agricola Comune (PAC) dell’Unione Europea, per il periodo 2023-2027, è stata concepita con l’intento di affrontare le sfide ambientali e climatiche attraverso una serie di riforme. Tuttavia, una recente relazione della Corte dei Conti Europea ha evidenziato un significativo divario tra le ambizioni ecologiche dell’UE e l’effettiva implementazione dei piani agricoli nazionali. Nonostante la PAC rappresenti una parte sostanziale del bilancio dell’UE, con una dotazione di 378,5 miliardi di euro, i piani strategici nazionali non sembrano essere all’altezza delle aspettative ecologiche.
La PAC è strutturata attraverso due strumenti fondamentali: il FEAGA, destinato al sostegno finanziario degli agricoltori europei, e il FEASR, che promuove lo sviluppo rurale sostenibile. Questi fondi mirano a sostenere il reddito degli agricoltori, garantire la sicurezza alimentare e promuovere la sostenibilità nelle aree rurali. Tuttavia, le esenzioni e la flessibilità concesse agli Stati membri hanno portato a una riduzione o a un ritardo nell’applicazione delle misure verdi necessarie per ottenere i fondi dell’UE.
Le criticità dei piani nazionali
La Corte dei Conti Europea ha sottolineato che, nonostante l’introduzione di regimi ecologici e misure di sviluppo rurale, i piani nazionali non mostrano miglioramenti sostanziali rispetto al passato. Gli Stati membri hanno spesso utilizzato le deroghe previste dalla riforma, riducendo così l’impatto verde dei piani. Ad esempio, la rotazione delle colture, una pratica fondamentale per migliorare la qualità del suolo, è diventata facoltativa.
Inoltre, la Corte ha scoperto che i piani relativi alla PAC non risultano adeguatamente allineati con il Green Deal europeo, una politica chiave dell’UE per affrontare le questioni climatiche e ambientali. Le norme attuali non impongono obbligatoriamente agli Stati membri di comprendere nei loro progetti valutazioni dell’impatto della PAC in relazione agli obiettivi del Green Deal. L’aumento dei terreni coltivati con metodi biologici è l’unico obiettivo misurabile, ma sarà difficile raggiungere il valore fissato per il 2030.
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Le risposte della Commissione Europea
La Commissione Europea ha risposto alla relazione della Corte dei Conti, evidenziando la complessità della PAC e i compromessi tra le diverse dimensioni della sostenibilità: economica, ambientale e sociale. La Commissione ha accolto alcune raccomandazioni, come la promozione di buone pratiche verdi nei piani agricoli nazionali, ma ha espresso difficoltà nel quantificare il contributo dei piani strategici della PAC agli obiettivi del Green Deal.
La Commissione ha sottolineato che, per la prima volta, i fondi della PAC sono oggetto di una programmazione strategica basata sulle esigenze specifiche, con obiettivi comuni e valori-obiettivo quantificati. Tuttavia, la quantificazione significativa del contributo dei piani strategici della PAC al Green Deal è considerata difficile e non garantita per tutti gli obiettivi dell’UE.
Verso un futuro sostenibile: sfide e opportunità
La relazione della Corte dei Conti Europea evidenzia la necessità di rafforzare il quadro di monitoraggio della PAC per il clima e l’ambiente. È fondamentale che la Commissione Europea adotti misure per obbligare gli Stati membri a rispettare gli impegni comunitari e promuova lo scambio di buone pratiche green nei piani agricoli nazionali. Solo attraverso un impegno concreto e coordinato sarà possibile avvicinarsi agli ambiziosi obiettivi del Green Deal.
Nel contesto della transizione ecologica, la PAC rappresenta un elemento chiave per promuovere pratiche agricole sostenibili. La sostenibilità non è solo un obiettivo ambientale, ma anche un imperativo economico e sociale. L’agricoltura sostenibile può contribuire a ridurre le emissioni di gas serra, migliorare la qualità del suolo e preservare la biodiversità, garantendo al contempo la sicurezza alimentare e il benessere delle comunità rurali.
Una nozione avanzata di economia circolare applicata alla PAC potrebbe includere l’integrazione di tecnologie innovative per il riciclo dei rifiuti agricoli e l’adozione di pratiche di agricoltura rigenerativa. Queste azioni non solo riducono l’impatto ambientale, ma creano anche nuove opportunità economiche e migliorano la resilienza delle comunità rurali di fronte ai cambiamenti climatici. Riflettere su queste possibilità ci invita a considerare come le politiche agricole possano evolversi per affrontare le sfide globali in modo più efficace e sostenibile.