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- Oltre duemila manifestanti hanno partecipato alla manifestazione ad Ancona contro il G7 Salute.
- L'iniziativa è stata guidata da una cinquantina di operatori sanitari, tra cui medici e infermieri, per difendere il sistema sanitario pubblico.
- Critiche alla privatizzazione della sanità e alla riduzione dell'accesso ai servizi sono state centrali nella protesta.
- La finestra per l'assunzione della Ru486 nelle Marche è stata ridotta a sette settimane, limitando l'accesso ai diritti riproduttivi.
Il recente incontro del G7 Salute, tenutosi ad Ancona, ha suscitato una forte reazione da parte di oltre duemila manifestanti che si sono radunati nel centro della città per esprimere il loro dissenso. La “Campagna NoG7 Not on my body, fuori il profitto dalla salute” ha organizzato un corteo che ha attraversato il viale della Vittoria, con una partecipazione variegata di operatori sanitari, associazioni, sindacati, centri sociali e partiti politici. L’obiettivo principale della manifestazione era difendere il diritto inalienabile alla salute pubblica, accessibile e di qualità per tutti i cittadini.
In testa al corteo, una cinquantina di operatori sanitari, tra cui medici, infermieri e ostetriche, hanno espresso la loro opposizione a quella che definiscono una “vetrina istituzionale” del G7. La loro presenza ha sottolineato l’importanza di mantenere un sistema sanitario pubblico e universale, libero da influenze di profitto. Le bandiere e gli striscioni portavano messaggi chiari: “Stop Israel’s war, Stop genocide”, “la salute è un diritto globale, no alla speculazione del capitale”, e “fermate il disastro ambientale”.
Critiche al Modello di Sviluppo e alla Privatizzazione della Sanità
Durante il G7, il ministro della Salute italiano ha enfatizzato il concetto di “One Health”, un approccio che integra la salute umana, animale e ambientale. Tuttavia, molti manifestanti hanno visto questo come un tentativo di bloccare la transizione ecologica e perpetuare un modello di sviluppo che ha già causato danni significativi. La sanità pubblica è percepita come sotto attacco, con una crescente privatizzazione che minaccia di ridurre l’accessibilità e la qualità dei servizi sanitari.
Caterina Baiocco, una dottoressa incinta, ha partecipato alla manifestazione per il futuro di suo figlio e di tutti noi. Ha espresso preoccupazione per il declino della sanità pubblica negli ultimi dieci anni, temendo per l’assistenza che suo figlio potrebbe ricevere in futuro. Questa preoccupazione è condivisa da molti operatori sanitari che vedono la privatizzazione come una minaccia alla qualità e all’accessibilità delle cure.
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Diritti Riproduttivi e Proteste Femministe
Un altro tema centrale delle proteste è stato il diritto all’aborto, con molti manifestanti che hanno sottolineato un preoccupante arretramento in questo ambito. I collettivi femministi hanno chiesto una revisione della legge 194 per eliminare l’obiezione di coscienza e garantire servizi reali alle donne. Sara Spina ha sottolineato l’importanza di fornire percorsi di formazione per ostetriche e attiviste, supportando le donne in un percorso farmacologico sicuro e meno invasivo rispetto all’aborto chirurgico.
Nelle Marche, la finestra temporale per l’assunzione della Ru486 è stata ridotta a sette settimane, limitando ulteriormente l’accesso a questo metodo sicuro e non invasivo. Questa restrizione è vista come un ulteriore ostacolo ai diritti riproduttivi delle donne, in un contesto già complesso e controverso.
Conclusioni: Un Futuro di Lotta e Speranza
La manifestazione di Ancona rappresenta un momento cruciale di riflessione e azione collettiva. La difesa della sanità pubblica e dei diritti umani è un tema che unisce diverse anime della società, tutte determinate a lottare per un futuro più giusto e sostenibile. La partecipazione di migliaia di persone dimostra che c’è una forte volontà di cambiamento e una crescente consapevolezza dell’importanza di un sistema sanitario equo e accessibile.
Nel contesto della transizione ecologica, è fondamentale comprendere che la sostenibilità non riguarda solo l’ambiente, ma anche l’equità sociale e l’accesso ai servizi essenziali. La sanità pubblica è un pilastro di questa equità, e la sua difesa è essenziale per garantire un futuro sostenibile per tutti.
A livello avanzato, la transizione ecologica richiede un ripensamento radicale dei modelli economici e sociali, integrando la salute pubblica come parte integrante di un sistema sostenibile. Questo implica non solo politiche ambientali, ma anche riforme strutturali che garantiscano l’accesso universale ai servizi sanitari e la protezione dei diritti umani.
In conclusione, la manifestazione di Ancona ci ricorda che la lotta per la sanità pubblica è una battaglia che riguarda tutti noi. È un invito a riflettere su come possiamo contribuire a un futuro più giusto e sostenibile, in cui la salute e il benessere di ogni individuo siano al centro delle nostre priorità.