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- Nel 2022, il settore del riscaldamento e raffrescamento ha contribuito al 73% delle emissioni complessive nell'EU-27.
- Riduzione del consumo energetico del 16% tra il 2005 e il 2022, con un incremento del 68% nella produzione di calore rinnovabile.
- Le caldaie a gas dominano ancora, con 80 milioni di installazioni, mentre le pompe di calore rappresentano solo il 3.7%.
Le caldaie alimentate a gas, gasolio e carbone ricoprono un ruolo predominante nel settore energetico europeo: infatti, risultano circa 80 milioni gli edifici dotati di caldaie a gas; seguono con 26 milioni, quelle alimentate da gasolio; mentre il carbon fossile è impiegato in circa 9 milioni. Paesi come i Paesi Bassi, la Grecia, la Bulgaria e la Polonia emergono come principali utilizzatori di tali tecnologie. Non sorprende che le apparecchiature basate su combustione siano colpevoli dell’emissione del 97% degli inquinanti totali presenti nell’aria. Pur presentando prospettive promettenti d’impiego sul mercato dell’energia termica, le pompe di calore continuano ad occupare una quota piuttosto ridotta nei consumi complessivi. I Piani Nazionali Energia-Clima (PNEC), redatti dai vari stati membri dell’UE nella direzione della sostenibilità ambientale ed energetica per il 2030 vogliono accrescere l’impiego delle fonti rinnovabili; ciononostante molti paesi sono ancora lontani dall’assicurarsi miglioramenti sostanziali necessari al conseguimento degli obiettivi prefissati.
Conclusioni e Riflessioni
L’analisi effettuata dal JRC sottolinea con forza l’urgenza di accelerare nell’implementazione dei sistemi rinnovabili, specificamente nei settori del riscaldamento, cosicché possano essere realizzati gli ambiziosi traguardi fissati per il 2030 riguardo alla quota energetica green. Il previsto incremento pari a ben otto punti percentuali tra il 2022 e il 2030 richiede sforzi sistematici da parte delle autorità politiche così come della tecnologia medesima. In tale frangente, una transizione energetica diviene imprescindibile ai fini della diminuzione dell’inquinamento atmosferico, nonché a favore della valorizzazione della qualità della vita sul suolo europeo.
È necessario altresì capire che la sostenibilità si estende oltre alla semplice implementazione delle tecnologie eco-compatibili; essa abbraccia anche una gestione responsabile delle risorse naturali disponibili. Avanzando verso modelli economici circolari si rende imprescindibile reinterpretare i processi produttivi esistenti unitamente ai consumi stessi, sostenendo pratiche orientate al riutilizzo e al riciclo affinché ci sia una significativa riduzione sia dei rifiuti generati che dell’impatto complessivo sull’ambiente.
Una concezione evoluta dell’economia circolare nel campo specifico del riscaldamento/raffreddamento prevede integrazioni relative all’utilizzo sinergico dei sistemi atti al recupero termico insieme a interventi mirati all’efficientizzazione dell’energia impiegata negli edifici. La strategia in oggetto non si limita soltanto alla riduzione delle emissioni inquinanti; al contempo, promuove un utilizzo sostenibile delle fonti energetiche disponibili. Contemplare tali questioni ci spinge a riconsiderare la nostra posizione nel processo di transizione verso una realtà ecologica più equilibrata e a indagare approcci innovativi che possano aiutarci nell’affrontare le complesse sfide ambientali globali.