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- Dal 2025 obbligo di raccolta differenziata tessile in tutta Europa.
- Costi tra 30,8 e 36,6 centesimi al chilo per la raccolta.
- Comuni faticano a vendere il materiale, aste deserte in Piemonte.
Allarme nel settore della raccolta e selezione dei rifiuti tessili: un sistema a rischio collasso
Il settore della raccolta e selezione dei rifiuti tessili urbani sta affrontando una crisi senza precedenti, che mette a rischio la continuità del servizio stesso. L’allarme, lanciato da tempo dalle imprese del settore, è ora supportato da un report dettagliato elaborato da Unirau (Associazione delle aziende e delle cooperative che svolgono le attività di raccolta, selezione e valorizzazione della frazione tessile dei rifiuti urbani, aderente ad Assoambiente) con il supporto di Ariu (Associazione Recuperatori Indumenti Usati). Il documento, presentato ad Anci ed Utilitalia, analizza la situazione critica in cui versa la filiera, evidenziando le cause principali di questa crisi.
Le cause della crisi: un mix di fattori destabilizzanti
Diversi fattori concorrono a destabilizzare il settore. In primo luogo, l’aumento dei rifiuti tessili da gestire, legato all’obbligo di raccolta differenziata in vigore in tutta Europa dal 2025, ha incrementato i costi per le imprese. In secondo luogo, la concorrenza del fast fashion ha saturato il mercato degli abiti usati, riducendo il valore dei materiali raccolti. Infine, la qualità sempre più scadente degli abiti immessi sul mercato dal fast fashion rende più difficile e costosa la selezione e il riciclo.
Joseph Valletti, Presidente Ariu, sottolinea come la combinazione di questi fattori abbia portato al crollo del valore dei materiali raccolti. Le imprese di selezione, per rimanere competitive, sono costrette ad acquistare raccolte provenienti da altri Paesi europei, dove la qualità è superiore e i prezzi più bassi. Andrea Fluttero, presidente Unirau, evidenzia come questa situazione costringa le aziende a vendere le proprie raccolte a prezzi inferiori ai costi di raccolta, mettendo a rischio la sostenibilità economica dell’intero servizio.

Le dinamiche economiche e i costi di gestione
È fondamentale ricordare che l’economia circolare si basa su meccanismi di mercato e non su buone intenzioni. La consuetudine nel settore dei rifiuti tessili è che il costo delle raccolte venga remunerato con il valore dei materiali raccolti. Il crollo del valore di questi materiali sta rendendo insostenibile l’intera filiera. Unirau e Ariu hanno elaborato un range di costi per ogni voce di costo della raccolta, prendendo in considerazione le diverse configurazioni del servizio degli operatori. I costi variano da 30,8 centesimi al chilo a 36,6 centesimi al chilo, a cui si possono aggiungere le royalties richieste dai Comuni.
Fluttero spiega come le royalties, che in passato rappresentavano una fonte di guadagno per i Comuni, si stiano trasformando in un peso per le imprese. In alcune zone, le imprese arrivavano a offrire fino a 8 centesimi al chilo per poter raccogliere i rifiuti tessili. Oggi, la situazione è completamente diversa, con i Comuni che faticano a vendere i materiali raccolti.
Un esempio emblematico è quello di Contarina, in Veneto, che non riesce a collocare il materiale raccolto. In Piemonte, un consorzio di Comuni ha separato la raccolta dalla vendita del materiale, ma le aste per vendere il materiale raccolto sono andate deserte, nonostante i prezzi siano stati ridotti drasticamente. Questo dimostra come il valore dei materiali raccolti sia crollato, rendendo la raccolta differenziata un costo per la pubblica amministrazione.
Richieste urgenti per salvare la filiera
Le imprese del settore chiedono misure urgenti per evitare il collasso della filiera. In particolare, richiedono agevolazioni sui costi di smaltimento e la sospensione dei contributi economici, in attesa dell’implementazione dei regimi EPR (responsabilità estesa del produttore). Ariu e Unirau avvertono che, senza un sostegno urgente, un intero ecosistema industriale fondamentale per la transizione circolare dei prodotti tessili rischia di collassare prima dell’entrata in vigore dell’EPR.
Le possibili azioni per tamponare la crisi includono: la riduzione dei costi di gestione dei rifiuti scartati, l’applicazione di tariffe di incenerimento e di conferimento in discarica analoghe a quelle applicate agli enti pubblici, l’evitare di aumentare deliberatamente i tassi di raccolta, il consentire di conferire i rifiuti non riutilizzabili e non riciclabili nelle piattaforme comunali, la sospensione dei contributi sulla raccolta dei tessili e, in ultima analisi, l’annullamento dei contratti e l’indizione di nuove gare.
Un Futuro Sostenibile per il Tessile: Oltre la Gestione dell’Emergenza
La crisi attuale nel settore della raccolta e selezione dei rifiuti tessili non è solo un problema economico, ma anche una sfida per la transizione ecologica. È necessario ripensare l’intero ciclo di vita dei prodotti tessili, dalla produzione al consumo, fino alla gestione dei rifiuti. Una nozione base di transizione ecologica applicabile a questo tema è la gerarchia dei rifiuti, che privilegia la prevenzione, il riutilizzo e il riciclo rispetto allo smaltimento. Nel caso dei tessili, ciò significa ridurre la produzione di fast fashion, promuovere il riutilizzo degli abiti usati e migliorare le tecnologie di riciclo per trasformare i rifiuti tessili in nuove risorse.
Una nozione più avanzata è quella dell’ecodesign, che prevede la progettazione di prodotti tessili pensando fin dall’inizio alla loro fine vita. Ciò significa utilizzare materiali riciclabili, evitare l’uso di sostanze tossiche e progettare abiti che siano facilmente riparabili e riutilizzabili.
Riflettiamo: cosa possiamo fare noi, come consumatori, per contribuire a un futuro più sostenibile per il tessile? Possiamo scegliere di acquistare meno abiti, optare per marchi che producono in modo sostenibile, riparare i nostri vestiti invece di buttarli via e donare o vendere gli abiti che non usiamo più. Ogni piccolo gesto conta per costruire un futuro in cui i rifiuti tessili non siano più un problema, ma una risorsa.