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Come misurare l’economia circolare? La guida completa dell’OECD svela tutto

Scopri come l'OECD ha sviluppato una guida dettagliata con indicatori chiave per valutare l'efficienza e l'impatto delle politiche sull'economia circolare, con dati e metodologie innovative.
  • Tre livelli di indicatori: essenziali, supplementari e di contesto, con un massimo di 20-25 indicatori essenziali.
  • Indicatori specifici per misurare il consumo di materiali, produttività e tassi di riciclo, nonché la gestione dei rifiuti.
  • Il rapporto sottolinea la necessità di dati affidabili per valutare l'efficacia delle politiche di economia circolare.

Indicatori per misurare l’economia circolare: la guida dell’OECD

Indicatori per tracciare l’uso e il consumo delle materie prime in un Paese, la produzione di scarti e i tassi di riciclo, o gli effetti delle attività produttive sull’ambiente, sia riguardo all’impatto sulle risorse naturali sia sul clima.

Metodologie per valutare l’efficienza delle politiche e delle normative nazionali finalizzate all’economia circolare.

E infine, come tutto ciò influenzi i cittadini e la società, nell’ambito economico ma anche nell’istruzione e nei comportamenti della popolazione, fino ai mutamenti strutturali causati dalla transizione ecologica.

Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, l’ha costituita il rapporto “Monitoring Progress towards a Resource-Efficient and Circular Economy”, ovvero una guida completa e dettagliata che illustra in modo sistematico tutti gli indicatori per valutare il progresso di un paese verso un’economia circolare efficiente dal punto di vista delle risorse. Ha l’ambizione di essere una mappa completa e onnicomprensiva.

“L’aumento delle iniziative politiche in tema di economia circolare,” scrive l’OECD nel rapporto, “ha determinato una maggiore richiesta di informazioni affidabili e granulari per monitorare i progressi verso un’economia delle risorse efficiente e circolare.”

…E ha fatto emergere questioni riguardanti la sufficienza dei dati e degli indicatori attualmente disponibili.

Il rapporto pubblicato dall’OECD funge come una guida per i ministeri, le agenzie governative e gli uffici statistici impegnati nella valutazione e nel monitoraggio delle politiche pubbliche a sostegno dell’economia circolare e dell’uso efficiente delle risorse. È fonte d’ispirazione per l’adozione e lo sviluppo di indicatori affidabili e adeguati e nuove metodologie di raccolta dati atti a colmare le attuali discrepanze.

Cosa ne pensi?
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Tre livelli di indicatori e quattro macro-temi

Il set di indicatori presentato dall’OCSE è suddiviso in tre livelli: “indicatori essenziali”, “indicatori supplementari” e “indicatori di contesto”.

Gli indicatori essenziali suggeriti puntano a identificare gli aspetti fondamentali di una economia circolare e rispondere alle questioni politiche principali con un numero limitato di indicatori (non oltre i 20-25) per facilitare monitoraggio e comunicazione delle tendenze principali.

Gli indicatori supplementari completano i dati comunicati dagli indicatori essenziali, offrendo ulteriori dettagli (di tipo territoriale o settoriale, ad esempio) o concentra sul focus di materiali o attività speciali.

Gli indicatori di contesto offrono dati su variabili socio-economiche e ambientali, agevolando l’interpretazione in contesti nazionali specifici. Includono indicatori sull’andamento della crescita economica (Pil, reddito), sui cambiamenti nella struttura industriale nazionale, nella foros nel settore demografico e sulla spesa per i consumi finali, nonché indicatori sulle diseguaglianze generali.

Questi indicatori coprono anche il consumo energetico e idrico, e l’area protetta dal punto di utilizzo dei materiali.

Gli indicatori sulla produzione e il consumo di risorse

La prima sezione riguarda gli indicatori che descrivono le diverse fasi del ciclo di vita dei materiali e della catena del valore, dalla estrazione delle materie prime, passando per la produzione e il consumo, fino ai rifiuti urbani.

Questi indicatori misurano le caratteristiche principali e i risultati vantaggiosi di un’economia circolare: consumo di materiali e produttività, rifiuti generati (complessivi e pro capite), tassi di utilizzo dei materiali e di riciclo, quantità di rifiuti inviati in discarica, importazioni ed esportazioni di materie prime e derivati, sia prime che seconde, e scarti.

Pur essendo delineate delle categorie principali, lo schema proposto dall’OECD è cellosito in ulteriori dettagli.

Ad esempio, include tra gli indicatori la quota di materiali provenienti da fonti rinnovabili, la percentuale di rifiuti pericolosi sul totale, sprechi alimentari, contenuto di materiali riciclati nei processi di produzione, uso di materie prime seconde, percentuale di prodotti riparati o riutilizzati tra quelli commercializzati e la quantità di rifiuti inceneriti.

L’attendibilità dei dati influisce notevolmente sull’efficacia di tali indicatori

Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, la OECD cita lacune nei dati sui rifiuti industriali non pericolosi e le diverse categorie di rifiuti pericolosi, insufficienza nei dati sui tassi di recupero e riciclo, misure di prevenzione dei rifiuti e uso di materie prime di riciclo nei processi di produzione.

Pur esistendo fonti internazionali come la OECD stessa, Eurostat, UNEP, risultano spesso non essersi potuto adeguare per una valutazione approfondita dell’uso efficiente delle risorse e delle politiche di economia circolare. Risulta ad esempio difficile trovare dati configurabili sugli stock di materiali “intascati” nelle economie, come le miniere urbane, o sui materiali critici e dannosi per l’ambiente.

Gli effetti dell’economia sull’ambiente

Questa parte descrive i principali effetti che le attività economiche generano sull’ecosistema e sulle risorse naturali, analizzandone l’intero ciclo di vita del materiale.

Alcuni impatti possono essere direttamente collegabili all’estrazione delle risorse, ad esempio, le emissioni di gas serra derivanti dalla estrazione e lavorazione delle materie prime, mentre altri sono effetti indiretti come l’inquinamento atmosferico risultato dei combustibili fossili.

Tra gli esempi di indicatori per misurare la gestione delle risorse di un Paese figurano giusto come il fattore di estrazione dei materiali, variazioni degli stock di risorse naturali, indici di esaurimento e il tasso di rigenerazione per le risorse rinnovabili, l’utilizzo d’acqua dolce nelle varie fasi d’azione dei materiali e anche l’abitudine di risorse naturali estratte ma non utilizzate.

Sono misurati approssimativamente tutti gli impatti sull’ambiente e sulla salute derivanti dalle attività di estrazione, trasformazione, uso e gestione a fine vita dei materiali incluse le ripercussioni sul clima, qualità dell’aria, acqua e anche biodiversità oltre allo esposizione umana a detti impatti.

Esempi includono il calcolo delle emissioni di gas ad effetto serra, l’impronta di carbonio dei materiali e la consistenza degli scarti troppo inquinanti dati dai processi di produzione e consumo.

Valutare le politiche e le leggi sull’economia circolare

Questi indicatori tracciano le risposte amministrative che agiscono da agenti catalitici per una economia circolare, istituiscono le condizioni quadro adeguate, offrono stimoli per sostituire risorse naturali scarse e materiali o prodotti nocivi con opzioni più sostenibili e favoriscono innovazione produttività e competenze.

Tra gli esempi si annoverano tasse, sussidi e regolamenti atti a promuovere business model circolari come app, modelli di condivisione o schemi “product as a service”, strumenti che incentivino il riutilizzo tramite mercati dell’usato, e meccanismi di extension di responsabilità da produttore (EPR) o depositi cauzionali.

Includono, inoltre, gli strumenti rivolti a rendere i prodotti e materiali riciclati più competitivi da un punto di vista del pricing, a incentivare design circolare d’estensione di durata di vita del prodotto, e tasse su materiali controproducenti alla economia circolare o divieti su sostanze che ne frenano il riciclo.

Vi sono anche indicatori a misura della gestione concreta dei rifiuti, quali investimenti in strutture efficienti per raccolta e smistamento, le norme anti-abbandono compresiva di di plastic tax per i prodotti abbandonati in contesti non consueti, e strumenti per disincentivare, ed evitabile, incenerimento e discarica.

Gli indicatori associati a questo ambito prevedono incentivi al recupero tipo target content minimi di materiali riciclati per produrli e obiettivo di riciclo, riduzione e prevenzione scarpe materiale pubblico in via più allargata di contro mezzi motivazioni per buona economia circolare finanziari incluso meccanismi borsati investimenti da parte pubblica sopportata e privata assieme a stimoli per R&D avanzata rivoluzionari certificati trattasi e rifiuto management giusto-cycle.

Misurare le opportunità economiche e nella società

Gli indicatori di questa sezione puntano a descrivere gli impatti socio-economici dell’economia circolare, bilanciando gli aspetti di efficienza economica tullo con eqitaire sociale, garantire diritto processo transizione equa

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Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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