Biodiversità e economia: come la COP16 può cambiare il futuro

La biodiversità rappresenta un elemento cruciale non solo per la salute del nostro pianeta, ma anche per l’economia globale. Con oltre la metà del PIL mondiale che dipende dalla natura, la sua tutela è essenziale per garantire un futuro sostenibile. La Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD), istituita dal Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente negli anni ’90, funge da strumento giuridico internazionale per proteggere la natura e promuovere cambiamenti politici. Ogni anno, i membri della Conferenza delle Parti (COP) si riuniscono per rivedere i progressi e definire nuovi traguardi. Quest’anno, la COP16 si tiene a Cali, in Colombia, dal 21 ottobre al 1 novembre, e si prevede che possa segnare un capitolo di trasformazione nella governance della biodiversità globale.

Il ruolo degli investitori è fondamentale per mantenere i confini planetari vivibili. Le istituzioni finanziarie stanno iniziando a rispondere alle preoccupazioni sulla biodiversità, con gruppi come Finance for Biodiversity che gestiscono oltre 21mila miliardi di dollari di asset. Inoltre, più di 130 aziende, con un fatturato complessivo di 1.100 miliardi di dollari, stanno invocando iniziative legislative più forti per stimolare attività aziendali positive verso la natura. Tuttavia, esiste ancora una notevole discrepanza tra iniziative teoriche e azioni concrete, che le imprese devono colmare attraverso lo sviluppo di strategie per la transizione in ottica ecologica e con un impegno verso una dettagliata comunicazione degli effetti delle loro attività.

La COP16 e il Ruolo delle Comunità Indigene

La COP16, ospitata in Colombia, è un evento di rilevanza globale che vede la partecipazione di circa 12.000 delegati, tra cui almeno dieci capi di Stato. Il summit è stato inaugurato con un inno unico, composto dal cinguettio di uccelli appartenenti a oltre 40 specie diverse, simbolo del motto “Pace con la natura”. Le comunità indigene locali, considerate custodi della biodiversità, giocano un ruolo centrale nell’incontro. Uno degli obiettivi principali del summit è l’attuazione del Quadro Kunming-Montreal, che mira a trasformare il 30% del pianeta in aree protette e a ripristinare il 30% degli ecosistemi degradati.

La Colombia, paese ospitante, ha posto l’accento sulla necessità di maggiori finanziamenti da parte dei paesi ricchi per raggiungere gli obiettivi climatici nei paesi in via di sviluppo. Tuttavia, il summit si svolge in un clima di tensione a causa delle minacce di gruppi armati locali, che hanno promesso di colpire obiettivi durante il forum diplomatico.

La Sfida delle Aree Marine Protette

La protezione delle aree marine è un tema centrale della COP16, con l’obiettivo di ampliare la tutela degli oceani al 30% entro il 2030. Attualmente, solo l’8,3% della superficie oceanica è protetta, e i progressi sono stati lenti, con un aumento di appena lo 0,5% negli ultimi due anni. Per raggiungere l’obiettivo, sarebbe necessario aumentare la protezione del 3,5% all’anno, un ritmo 15 volte superiore a quello attuale.

Il divario tra protezione sulla carta e tutela effettiva è ampio, con molti paesi che applicano in modo incoerente la definizione di aree marine protette. In molte di queste aree, attività come la pesca industriale e l’estrazione di risorse continuano, minacciando la conservazione della biodiversità. È essenziale che i paesi adottino misure più rigorose per garantire una protezione effettiva delle aree marine.

Un Futuro Sostenibile: Sfide e Opportunità

La COP16 rappresenta un’opportunità cruciale per promuovere la conservazione della biodiversità e la sostenibilità a livello globale. Il coinvolgimento di investitori e aziende è fondamentale per garantire che la crescita economica e la conservazione della biodiversità possano coesistere, assicurando un futuro sano per il nostro pianeta.

In un contesto di transizione ecologica, è importante comprendere che la biodiversità non è solo un patrimonio naturale da proteggere, ma anche un elemento chiave per lo sviluppo economico sostenibile. La gestione sostenibile delle risorse naturali può infatti generare benefici economici a lungo termine, riducendo i rischi associati al degrado ambientale.

Un concetto avanzato di economia circolare applicabile al tema della biodiversità è quello di “servizi ecosistemici”, che riconosce il valore economico dei benefici forniti dagli ecosistemi, come la purificazione dell’acqua, la regolazione del clima e la pollinazione delle colture. Investire nella conservazione della biodiversità significa quindi investire in un futuro sostenibile e resiliente.

Riflettendo su questi temi, è importante considerare come le nostre azioni quotidiane possano contribuire alla protezione della biodiversità. Ogni scelta, dal consumo responsabile all’adozione di pratiche sostenibili, può fare la differenza nel preservare il nostro pianeta per le generazioni future.