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Crisi climatica sul Monte Bianco: cosa sta accadendo al Mer de Glace?

Il Mer de Glace ha perso 300 metri di spessore in 174 anni, con un'accelerazione preoccupante negli ultimi decenni. Scopri le conseguenze e gli sforzi di monitoraggio e adattamento.
  • Il ghiacciaio Mer de Glace ha perso 300 metri di spessore in 174 anni, con una riduzione di 190 metri dagli anni '90.
  • Il Mer de Glace si è ritirato di oltre 2,7 km dalla fine del 1850, riducendosi a una superficie di meno di 30 km².
  • Dal 2000 al 2010, si sono registrati in media 12 crolli annui di pareti rocciose, rispetto ai 5 crolli annui del periodo 1940-1950.

Il Monte Bianco, la vetta più alta dell’Europa occidentale, sta vivendo una trasformazione drammatica a causa dei cambiamenti climatici. Il ghiacciaio Mer de Glace, il più grande della Francia, ha perso 300 metri di spessore negli ultimi 174 anni. Questo fenomeno ha subito un’accelerazione significativa a partire dagli anni ’90, con una riduzione di 190 metri. Negli ultimi due anni, il ghiacciaio ha perso ulteriori 30 metri di spessore.

La campagna “Carovana dei Ghiacciai 2024” di Legambiente, in collaborazione con Cipra Italia e il Comitato Glaciologico Italiano, ha diffuso questi dati durante la prima tappa in Francia, sul Monte Bianco. L’obiettivo della campagna, giunta alla quinta edizione, è il monitoraggio dello stato di salute dei ghiacciai alpini, sia in Italia che oltre confine.

Il ritiro del Mer de Glace e le sue conseguenze

Il Mer de Glace, un tempo un vasto “mare di ghiaccio”, si è ritirato di oltre 2,7 km dalla fine del 1850. Oggi, la superficie del ghiacciaio è ridotta a meno di 30 km², pur rimanendo il doppio di quella del ghiacciaio dell’Adamello, il più grande d’Italia. Da decenni, il Mer de Glace è caratterizzato da un progressivo aumento di accumuli di frammenti rocciosi sulla superficie, causati dalla sua contrazione e dai crescenti crolli di roccia dalle pareti circostanti. Questa situazione ha portato anche a un’instabilità delle morene e delle pareti rocciose della valle, con ripetuti crolli. Solo tra il 2000 e il 2010 si sono registrati in media 12 crolli all’anno, contro i cinque crolli annui del periodo 1940-1950.

Secondo gli studi di Deline e Ravanel, dal 1930 ad oggi, a fronte di un aumento di 1,7°C di temperatura, c’è stato un recente aumento di crolli di pareti rocciose nel settore del Monte Bianco. In particolare, nella zona del Drus e delle Aiguilles de Chamonix, più dell’85% dei crolli avvenuti dalla fine del 1850 sono stati registrati dagli anni ’90 fino ad oggi, in appena tre decenni.

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La testimonianza degli esperti

Durante una conferenza stampa a Chamonix, Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente e presidente di Cipra Italia, ha dichiarato: “Questo grande ghiacciaio nella sua complessità e varietà di risposte ai cambiamenti climatici ci racconta di un paesaggio di alta quota che sta completamente cambiando. Un paesaggio che in passato ha attirato turisti da tutto il mondo e che ora deve essere ripensato. La Mer de Glace ci ricorda che occorre cambiare rotta al più presto con forti politiche di mitigazione e strategie di adattamento anche in alta quota.”

Marco Giardino, vicepresidente del Comitato Glaciologico Italiano, ha aggiunto: “La tappa della Carovana alla Mer de Glace ha permesso di constatare il valore di questo ghiacciaio dal punto di vista storico, scientifico, estetico e culturale. Un patrimonio materiale e immateriale che i glaciologi francesi incontrati nella tappa hanno dimostrato di saper difendere e valorizzare.”

Le prossime tappe della Carovana dei Ghiacciai

Dopo la tappa sul Monte Bianco, la Carovana dei Ghiacciai si sposterà in Valle d’Aosta per monitorare lo stato di salute dei ghiacciai della Valpelline. Le tappe successive includeranno il Piemonte, la Lombardia, il Friuli/Slovenia e il Veneto. Anche quest’anno, la Carovana dei Ghiacciai 2024 porterà in primo piano temi cruciali come gli effetti della crisi climatica e degli eventi meteo estremi in montagna, la tutela della biodiversità, le politiche per l’adattamento ai cambiamenti climatici e le buone pratiche di sviluppo sostenibile.

Bullet Executive Summary

La crisi climatica sta avendo effetti devastanti sui ghiacciai del Monte Bianco, con il Mer de Glace che ha perso 300 metri di spessore in 174 anni. Questo fenomeno è accelerato negli ultimi decenni, con una perdita di 30 metri solo negli ultimi due anni. La campagna “Carovana dei Ghiacciai 2024” di Legambiente mira a monitorare e sensibilizzare sull’importanza di politiche di mitigazione e adattamento per preservare questi preziosi ecosistemi.

La transizione ecologica è un processo fondamentale per affrontare le sfide poste dai cambiamenti climatici. Essa implica un cambiamento sistemico che coinvolge tutti i settori della società, dall’energia ai trasporti, dall’agricoltura all’industria. La sostenibilità non è solo una questione ambientale, ma anche sociale ed economica, richiedendo un approccio integrato per garantire un futuro prospero e resiliente per tutti.

In un contesto avanzato, la economia circolare rappresenta una soluzione innovativa per ridurre l’impatto ambientale e promuovere l’uso efficiente delle risorse. Questo modello economico si basa su principi di riduzione, riuso e riciclo, trasformando i rifiuti in risorse e creando nuove opportunità di crescita sostenibile. La gestione dei rifiuti moderni, in particolare, deve evolversi per supportare questa transizione, adottando tecnologie avanzate e pratiche di gestione sostenibili.

Riflettendo su questi temi, è evidente che la nostra azione collettiva è cruciale per proteggere il nostro pianeta e garantire un futuro sostenibile. La crisi climatica non è solo una sfida ambientale, ma una questione di giustizia sociale e di equità intergenerazionale. Ognuno di noi ha un ruolo da giocare nel promuovere un cambiamento positivo e duraturo.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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