Crisi idrica in Sicilia: soluzioni tecnologiche per superare la carenza d’acqua

La Sicilia sta affrontando una crisi idrica senza precedenti, con livelli di acqua utilizzabile negli invasi che sono scesi al di sotto della soglia di 100 milioni di metri cubi, un record negativo che non si vedeva da oltre vent’anni. La situazione è resa ancora più critica dalla gestione frammentata delle risorse idriche, con ogni comune che opera in solitaria senza una regia complessiva. Questo ha portato a un aumento esponenziale dei costi dell’acqua, con le autobotti che trasportano l’acqua in regime di libero mercato, raddoppiando i prezzi e mettendo in ginocchio agricoltori e albergatori.

Le Soluzioni Proposte: Tecnologia e Sostenibilità

Marco Sandrucci, Head of Environment & Geology Department di Proger e Coordinatore del gruppo di lavoro Sostenibilità Idrica di Assoreca, propone un piano regionale di adattamento delle tecnologie e pratiche di conservazione. Secondo Sandrucci, l’acqua in Italia non manca, ma è necessario investire per farla arrivare a destinazione. Questo include lo sviluppo di piani di intervento sistematici e integrati, utilizzando tutte le nuove opportunità offerte dal progresso tecnologico. Tra le soluzioni proposte ci sono progetti di captazione e stoccaggio delle acque piovane, recupero di acque reflue e riutilizzo delle acque grigie, soprattutto in ambito urbano e agricolo.

Il Ruolo della Protezione Civile e delle Autorità Locali

La Protezione Civile regionale sta cercando di mettere ordine nel caos della gestione idrica, esortando i comuni a lavorare di concerto e a cercare nuove fonti di approvvigionamento. Un esempio positivo viene da Trapani, dove l’emergenza è stata risolta tornando ad approvvigionarsi dai vecchi pozzi della città. Tuttavia, questa soluzione non è replicabile in tutta l’isola. In molte aree, l’unica soluzione rimane il trasporto dell’acqua tramite autobotti, con costi che sono raddoppiati rispetto all’anno scorso. Questo ha portato a una “guerra della sete”, con agricoltori e albergatori che faticano a sostenere i costi e cittadini che temono limitazioni al libero accesso all’acqua.

Investimenti e Progetti Futuri

La Sicilia ha l’opportunità di utilizzare i fondi del PNRR per migliorare le infrastrutture idriche, ma finora non è stata data l’attenzione necessaria a questo settore. Un progetto pilota avviato in Piemonte con Proger potrebbe servire da modello, proponendo soluzioni modulari e scalabili per ricaricare la falda, ottimizzare il ciclo idrico del Polo Industriale, realizzare invasi e recuperare le acque di depurazione. Tuttavia, è necessario un impegno maggiore da parte delle autorità locali e regionali per implementare queste soluzioni su larga scala.

Bullet Executive Summary

La crisi idrica in Sicilia è un problema complesso che richiede soluzioni innovative e un approccio integrato. La tecnologia e la sostenibilità devono essere al centro delle strategie future, con un focus sul recupero e il riutilizzo delle acque reflue e grigie. La Protezione Civile e le autorità locali devono lavorare insieme per trovare nuove fonti di approvvigionamento e migliorare le infrastrutture esistenti. Solo così sarà possibile garantire un accesso equo e sostenibile all’acqua per tutti i cittadini, agricoltori e albergatori dell’isola.

Una nozione base di transizione ecologica è che si tratta di un processo di cambiamento sistemico che mira a rendere le attività umane più sostenibili e meno impattanti sull’ambiente. Questo include la gestione delle risorse naturali in modo più efficiente e la riduzione delle emissioni di gas serra.

Una nozione avanzata di economia circolare applicabile al tema dell’acqua è il concetto di “water circularity”, che prevede il riutilizzo delle acque reflue trattate per scopi agricoli, industriali e persino potabili, riducendo così la domanda di acqua dolce e minimizzando gli sprechi. Questo approccio non solo aiuta a conservare le risorse idriche, ma contribuisce anche a creare un sistema più resiliente e sostenibile.