E-Mail: [email protected]
- Le nuove linee guida dell'ESMA richiedono che almeno l'80% degli investimenti riguardino asset sostenibili per utilizzare termini legati alla sostenibilità.
- Una ricerca del 2023 ha mostrato che il 73% dei fondi era esposto ai combustibili fossili, evidenziando il rischio di greenwashing.
- La relazione finale dell'EBA sottolinea un aumento del rischio di greenwashing anche nelle banche dell'UE, con impatti significativi su rischi reputazionali e operativi.
Le autorità di vigilanza europee, l’EBA, l’Eiopa e l’ESMA, hanno recentemente pubblicato relazioni finali che sottolineano la necessità di un’interpretazione comune del greenwashing nel settore finanziario. Queste relazioni concludono che le affermazioni, dichiarazioni e azioni comunicative relative alla sostenibilità devono riflettere un chiaro e equo profilo di sostenibilità degli istituti finanziari, dei prodotti e dei servizi. In caso contrario, consumatori, investitori e altri partecipanti al mercato possono essere tratti in inganno.
Lo scorso dicembre, l’Eiopa ha avviato una consultazione sul progetto di parere in materia di assicurazioni e pensioni, seguito da un’iniziativa delle tre autorità di vigilanza. Con l’aumento della domanda di sostenibilità, i fornitori di assicurazioni e pensioni stanno adottando modelli di business rispettosi dell’ambiente, offrendo ai consumatori opzioni più sostenibili. Tuttavia, questo cambiamento comporta il rischio di greenwashing, dove i fornitori di servizi finanziari presentano se stessi e i loro prodotti come più sostenibili di quanto non siano realmente.
L’Eiopa ha avanzato proposte per rafforzare la vigilanza e migliorare il quadro normativo per la finanza sostenibile. Il rapporto finale dell’Eiopa pubblica un parere sulle dichiarazioni di sostenibilità e sul greenwashing, con quattro principi chiave che le autorità di vigilanza nazionali dovrebbero esaminare nelle dichiarazioni di sostenibilità delle aziende:
- Principio 1: Le dichiarazioni di sostenibilità devono essere accurate e precise, rappresentando correttamente il profilo del fornitore e dei prodotti.
- Principio 2: Le affermazioni di sostenibilità devono essere motivate con argomentazioni, fatti e processi chiari.
- Principio 3: Le dichiarazioni e le motivazioni devono essere accessibili agli stakeholder.
- Principio 4: Le dichiarazioni di sostenibilità devono essere aggiornate e ogni modifica deve essere comunicata tempestivamente con una chiara giustificazione.
Dall’Europa (piccoli) passi avanti sulla finanza sostenibile
Nei giorni scorsi, l’ESMA, l’ente di supervisione europeo sui mercati e sugli strumenti finanziari, ha pubblicato un report contenente linee guida per i fondi che utilizzano termini legati alla sostenibilità. Questo percorso è necessario per contrastare il greenwashing. Negli ultimi anni, il mondo della finanza ha cercato di presentarsi come sostenibile e attento all’ambiente, ma sotto la superficie si sono moltiplicate dichiarazioni e impegni non seguiti da un reale cambio di rotta nelle politiche di investimento.
L’Unione Europea ha promosso regole e direttive per definire e inquadrare la finanza sostenibile. Tuttavia, questa attività normativa non sembra cambiare significativamente il sistema finanziario né evitare la distanza tra dichiarazioni e operatività quotidiana. Una delle principali regolamentazioni europee, la Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR), è entrata in vigore nel 2021. Questa normativa definisce due tipologie di fondi sostenibili: quelli che promuovono caratteristiche ambientali e sociali (fondi Articolo 8) e quelli con l’obiettivo di investimenti sostenibili (fondi Articolo 9).
Una ricerca del 2023 ha mostrato che il 73% dei fondi era esposto ai combustibili fossili. Altre analisi hanno rivelato che gran parte dei fondi utilizza termini come “sostenibilità”, “clima”, “ESG” e “transizione”, ma adotta politiche di selezione dei titoli e di esclusione di quelli più inquinanti insufficienti. Le nuove linee guida dell’ESMA stabiliscono che, per utilizzare questi termini, almeno l’80% degli investimenti deve riguardare asset sostenibili e dimostrare obiettivi di investimento ambientali o sociali.
Questo dovrebbe portare a una maggiore corrispondenza tra quanto pubblicizzato dai gestori e gli investimenti realizzati. Tuttavia, rimangono dubbi sull’effettiva capacità di eliminare o arginare il greenwashing nel settore finanziario. La partita tra finanza e istituzioni sembra un gioco del gatto col topo. Oltre alle definizioni, sarebbe necessario un deciso salto avanti riguardo alla trasparenza di una finanza ancora opaca. Le istituzioni hanno promosso elenchi di attività sostenibili (la tassonomia verde), ma manca un lavoro speculare di inquadramento delle attività da escludere. Moltissimi fondi possono fregiarsi della patente di sostenibilità pur investendo in fonti fossili e altri settori con impatti sul clima.
Le linee guida dell’ESMA potrebbero rappresentare un passo nella giusta direzione, ma è improbabile che siano sufficienti per mettere fine a tali pratiche. È necessario permettere alla crescente platea di risparmiatori che vogliono investire in modo sostenibile di farlo nel rispetto delle proprie volontà.
Greenwashing: le ESAs sulle dichiarazioni di sostenibilità fuorvianti
Le tre autorità di vigilanza europee sui mercati finanziari, banche e assicurazioni (EBA, ESMA e EIOPA – ESAs) hanno pubblicato oggi un Final Report contenente indicazioni sul rafforzamento della vigilanza e raccomandazioni per il miglioramento delle pratiche di mercato, in riferimento alle dichiarazioni sulla sostenibilità fuorvianti (greenwashing). I rapporti ribadiscono l’interpretazione comune del greenwashing come pratica in cui dichiarazioni, azioni e comunicazioni relative alla sostenibilità non riflettono un chiaro e equo profilo di sostenibilità di un’entità, prodotto o servizio finanziario. Questa pratica può essere fuorviante per consumatori, investitori e altri partecipanti al mercato.
Le ESAs sottolineano la responsabilità degli operatori dei mercati finanziari di fornire informazioni sulla sostenibilità corrette, chiare e non fuorvianti. Le tre ESAs forniscono un bilancio dell’attività di vigilanza sui rischi di greenwashing e ribadiscono la necessità di adottare misure necessarie oggi, predisponendo misure per rafforzare la vigilanza nel prossimo futuro.
La relazione finale dell’EBA (Final Report EBA) fornisce una panoramica del rischio di greenwashing nel settore bancario e del suo impatto su banche, società di investimento e fornitori di servizi di pagamento, con un’attenzione ai cambiamenti nell’ultimo anno. Fornisce raccomandazioni agli istituti, alle autorità di vigilanza e ai responsabili politici. I risultati dell’analisi quantitativa del greenwashing mostrano un aumento della tendenza in tutti i settori, anche nelle banche dell’UE. Il rapporto finale analizza casi di greenwashing reali e potenziali segnalati e fornisce aggiornamenti sull’impatto negativo del greenwashing su istituzioni e consumatori.
I rischi reputazionali e operativi sono i più colpiti dal greenwashing, con un rischio di contenzioso derivante dal greenwashing in tendenza all’aumento negli ultimi anni. Le istituzioni stanno ampliando l’offerta di prodotti di finanza sostenibile e adattando modelli di business per affrontare le sfide della transizione verso un’economia sostenibile. Affrontare il greenwashing è fondamentale per dare fiducia al mercato e mantenere la fiducia di investitori e consumatori.
A livello legislativo e normativo, l’EBA ritiene che il quadro esistente fornisca basi fondamentali per affrontare il greenwashing nel settore bancario. Nel breve termine, la priorità è la finalizzazione delle iniziative esistenti previste a sostegno di una solida attuazione dei nuovi regolamenti; occorre proseguire gli sforzi per affrontare le sfide legate ai dati, all’usabilità, alla coerenza e all’interoperabilità internazionale. Gli istituti devono adottare misure, a livello di entità e prodotto, per garantire che le dichiarazioni di sostenibilità siano accurate, comprovate, aggiornate e rappresentino equamente il profilo complessivo dell’istituto e dei prodotti presentati in modo comprensibile. Le autorità competenti devono proseguire gli sforzi per identificare e monitorare il rischio di greenwashing nell’ambito del mandato di vigilanza prudenziale e di condotta.
La relazione finale dell’ESMA (Final Report ESMA) indica che l’ESMA e le ANC stanno adottando misure per monitorare e individuare il greenwashing, esaminando criticamente le affermazioni relative alla sostenibilità in vari settori. Sono state avviate azioni comuni di vigilanza per garantire una vigilanza efficace e coerente. Sulla base dei progressi compiuti, l’obiettivo è consentire alle autorità di vigilanza di raggiungere il pieno potenziale. L’ESMA indica azioni prioritarie per le autorità nazionali di vigilanza per mitigare i rischi di greenwashing, tra cui l’incremento delle risorse umane e delle competenze, l’investimento in strumenti di vigilanza come soluzioni SupTech e l’integrazione dei rischi di greenwashing nei programmi di lavoro di vigilanza.
La Commissione europea è invitata a rafforzare i mandati delle autorità nazionali garanti della concorrenza e dell’ESMA in determinate aree, benchmark, e a garantire che le autorità nazionali della concorrenza abbiano i poteri per promuovere l’educazione finanziaria degli investitori al dettaglio. Inoltre, la Commissione dovrebbe garantire un quadro legislativo che sostenga l’accesso delle ANC ai dati.
La relazione finale dell’EIOPA (Final Report EIOPA) evidenzia che, con l’aumento della domanda di sostenibilità, i fornitori di servizi assicurativi e pensionistici stanno adottando modelli di business rispettosi dell’ambiente e offrendo ai consumatori opzioni sostenibili. Tuttavia, questo cambiamento comporta il rischio di greenwashing, quando i fornitori di servizi finanziari presentano se stessi e i loro prodotti come più sostenibili di quanto non siano realmente.
La relazione finale dell’EIOPA pubblica un parere sulle dichiarazioni di sostenibilità e sul greenwashing, stabilendo quattro principi chiave che le autorità di vigilanza nazionali devono considerare quando verificano le dichiarazioni di sostenibilità delle imprese:
- Principio 1: Le dichiarazioni di sostenibilità del fornitore devono essere accurate e precise, rappresentando correttamente il profilo del fornitore e dei suoi prodotti.
- Principio 2: Le dichiarazioni di sostenibilità devono essere motivate con argomentazioni, fatti e processi chiari.
- Principio 3: Le dichiarazioni e le motivazioni devono essere accessibili agli stakeholder.
- Principio 4: Le dichiarazioni devono essere aggiornate e ogni modifica sostanziale deve essere comunicata tempestivamente con una chiara motivazione.
Il rapporto finale offre una guida pratica all’applicazione dei principi, con esempi reali di buone e cattive pratiche nell’intero ciclo di vita delle assicurazioni e delle pensioni. Per affrontare le sfide di vigilanza, l’EIOPA ha esaminato l’attuazione dei requisiti di sostenibilità e suggerisce miglioramenti alla regolamentazione, chiarendo i prodotti assicurativi non vita con caratteristiche di sostenibilità e adottando un approccio incentrato sul consumatore nella direttiva sulla distribuzione assicurativa (IDD).
Clarity: metà dei fondi deve cambiare nome
Un’analisi dei criteri di esclusione dei PAB, basata sulle disposizioni dell’ESMA sul naming dei fondi, evidenzia che metà dei prodotti domiciliati in Europa con termini ambientali e di impatto nel nome non rispetta le esclusioni dal PAB e dovrà cambiare nome o disinvestire asset.
Questa analisi, condotta da Clarity AI, ha rivelato che molti fondi che utilizzano termini legati alla sostenibilità non rispettano i criteri di esclusione stabiliti dall’ESMA. Di conseguenza, questi fondi dovranno cambiare nome o disinvestire da asset che non soddisfano i requisiti di sostenibilità. Questo rappresenta un ulteriore passo avanti nella lotta contro il greenwashing e nella promozione di una finanza realmente sostenibile.
Bullet Executive Summary
In conclusione, le autorità di vigilanza europee stanno intensificando gli sforzi per contrastare il greenwashing nel settore finanziario. Le relazioni finali dell’EBA, dell’Eiopa e dell’ESMA sottolineano la necessità di fornire informazioni sulla sostenibilità corrette, chiare e non fuorvianti. Le nuove linee guida e i principi chiave stabiliti mirano a garantire che le dichiarazioni di sostenibilità siano accurate e rappresentino correttamente il profilo degli istituti finanziari e dei loro prodotti.
La transizione ecologica richiede un impegno collettivo e una vigilanza rigorosa per evitare pratiche ingannevoli che possono minare la fiducia dei consumatori e degli investitori. La sostenibilità non è solo una questione di etichettatura, ma di azioni concrete e trasparenti. La finanza sostenibile deve essere realmente tale, e non solo un’etichetta di marketing.
Una nozione base di transizione ecologica è che essa implica il passaggio da un’economia basata su risorse non rinnovabili e inquinanti a un’economia sostenibile e a basso impatto ambientale. Questo richiede cambiamenti significativi nei modelli di produzione e consumo, nonché una maggiore trasparenza e responsabilità da parte delle aziende.
Una nozione avanzata di economia circolare applicabile al tema dell’articolo è che essa non si limita al riciclo dei materiali, ma include la progettazione di prodotti per una lunga durata, la riparabilità e la riutilizzabilità. Questo approccio riduce la necessità di nuove risorse e minimizza i rifiuti, contribuendo a una maggiore sostenibilità complessiva.
Riflettendo su questi temi, è evidente che la lotta contro il greenwashing è fondamentale per costruire un futuro sostenibile. Solo attraverso un impegno collettivo e una vigilanza rigorosa possiamo garantire che la finanza sostenibile sia realmente tale e che le dichiarazioni di sostenibilità riflettano azioni concrete e trasparenti.