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- 6 milioni 538 mila arrivi nelle aree montane italiane nel 2024, con una permanenza media di 11,2 giorni.
- Incremento del 13% nelle presenze turistiche nelle montagne venete rispetto al 2022, con 4,5 milioni di visitatori.
- Progetti di regolamentazione dei flussi turistici e nuove infrastrutture come ciclabili e passerelle per preservare località come le Fonti di Poiano e il Lago Pranda.
Dopo la pandemia, l’Appennino Tosco-Emiliano ha visto un significativo aumento del turismo, un fenomeno che ha portato a una frequentazione più costante delle sue aree naturali. Secondo Fausto Giovanelli, presidente del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, questa crescita deve essere gestita in modo sostenibile per preservare l’equilibrio del territorio e la capacità delle infrastrutture. Le località maggiormente sotto pressione includono le Fonti di Poiano, il Lago Pranda, il Monte Ventasso e la Pietra di Bismantova.
Le Fonti di Poiano, riconosciute dall’Unesco per i Gessi Triassici, sono particolarmente vulnerabili a causa della loro limitata estensione. La concentrazione del flusso turistico in uno spazio ristretto ha portato a problemi di parcheggio, sicurezza e gestione dei rifiuti. Per affrontare queste sfide, è in corso un progetto per allontanare la passerella dal versante e prevenire ulteriori crolli. Inoltre, si sta lavorando alla realizzazione di una ciclabile e all’attivazione di altri punti di accesso ai Gessi, come Monte Rosso e Monte Merlo.
Il Lago Pranda e l’area del Ventasso affrontano problemi simili, con un afflusso turistico che supera la capacità di carico durante i periodi di massima affluenza. La Pietra di Bismantova, un’altra attrazione storicamente sotto pressione, sta vedendo progetti per regolamentare i parcheggi e promuovere l’accesso da percorsi alternativi.
Il Fenomeno del Turismo Montano sull’Amiata
L’estate 2024 ha visto un “tutto esaurito” sull’Amiata, con turisti in cerca di refrigerio dalle alte temperature. Daniele Coppi, presidente dell’associazione degli operatori “Amiata Insieme”, ha osservato che la stagione è partita lentamente ma ha registrato un forte recupero grazie al caldo. La temperatura in vetta non supera mai i 26 gradi al sole, rendendo la montagna un rifugio ideale per chi cerca freschezza.
La grande affluenza ha portato alla necessità di rinforzare i servizi di vigilanza e di gestire il traffico sulla provinciale per la vetta. I comuni locali hanno fatto appello al rispetto dell’ambiente, invitando i turisti a evitare l’abbandono indiscriminato di rifiuti. La stagione estiva culminerà con il ferragosto, una tradizione che coinvolge molti giovani, prima di passare alle festività autunnali e alla raccolta di funghi e castagne.
- Fantastico vedere come il turismo montano post-pandemia... 🌲👍...
- Purtroppo, l'overtourism è un problema crescente... 😞🚫...
- Pensiamo al turismo rigenerativo che non solo preserva... 🌍♻️...
La Questione del Numero Chiuso nelle Montagne Venete
Nel 2023, la montagna veneta ha registrato 4,5 milioni di presenze, un aumento del 13% rispetto al 2022. Tuttavia, l’overtourism in località come il lago di Sorapis e le Tre Cime di Lavaredo ha sollevato la questione del numero chiuso. L’Alto Adige ha già implementato un tetto provinciale per i posti letto e un sistema di prenotazione per il lago di Braies.
Federico Caner, assessore regionale al turismo, ha affermato che il futuro del turismo potrebbe andare in questa direzione, ma prima di qualsiasi intervento è necessario fare studi e analisi. La sperimentazione è già in corso ai Serrai di Sottoguda, dove è prevista la prenotazione per monitorare l’afflusso.
Roberto Padrin, presidente della Provincia di Belluno, ha sottolineato che il problema dell’overtourism non è ancora critico nella regione, ma potrebbe diventarlo in futuro. Walter De Cassan, presidente degli albergatori bellunesi, ha suggerito di regolamentare i flussi in periodi limitati dell’anno, mentre Valentina Colleselli della Fondazione Dmo Dolomiti Bellunesi ha proposto soluzioni alternative e di qualità per gestire la congestione dei flussi.
Oltre 73 Milioni di Presenze nelle Aree Montane Italiane
Secondo una ricerca di Jfc, quest’estate si stimano 6 milioni 538 mila arrivi nelle aree montane e appenniniche italiane, con una permanenza media di 11,2 giorni, portando a superare i 73 milioni 222 mila presenze. Questo ha generato un fatturato complessivo di 5 miliardi 565 milioni di euro, sostenuto da un incremento del 13,8% della spesa dei turisti.
La montagna è scelta dal 16% degli italiani per le vacanze estive, un dato in crescita rispetto agli anni precedenti. Le motivazioni principali includono la possibilità di rigenerarsi, rilassarsi e allontanarsi dalle problematiche quotidiane. Inoltre, l’indice di fidelizzazione è alto, con il 47,1% dei turisti che torna nelle destinazioni già conosciute.
Bullet Executive Summary
La transizione ecologica e la sostenibilità sono temi cruciali nel contesto del turismo montano. La gestione sostenibile del flusso turistico è essenziale per preservare l’equilibrio naturale e garantire la sicurezza dei visitatori. La promozione di norme di comportamento responsabile e l’implementazione di infrastrutture adeguate sono passi fondamentali in questa direzione.
Una nozione avanzata di economia circolare applicabile al turismo montano è l’idea di “turismo rigenerativo”. Questo concetto va oltre la sostenibilità, mirando non solo a ridurre l’impatto negativo del turismo, ma anche a migliorare attivamente l’ambiente e le comunità locali. Ad esempio, i turisti potrebbero partecipare a progetti di riforestazione o sostenere iniziative locali di conservazione.
In conclusione, la gestione sostenibile del turismo montano richiede un approccio integrato che coinvolga istituzioni, privati e comunità locali. Solo attraverso una collaborazione congiunta possiamo garantire che le nostre montagne rimangano un patrimonio naturale e culturale per le future generazioni. La riflessione personale che emerge è che ogni piccolo gesto di responsabilità individuale può contribuire a un cambiamento positivo su larga scala.