E-Mail: [email protected]
- 897 progetti di agrivoltaico attualmente in valutazione presso il MASE, su un totale di 1654 progetti presentati.
- Ben 686 progetti bloccati a causa di ritardi burocratici tra il 2021 e il 2023.
- La tecnologia agrivoltaica ha rappresentato il 59% dei progetti presentati nel biennio 2022/2023, con una potenza totale di 39 GW.
- Studi del CNR di Firenze mostrano un aumento della resa del 10-20% per la vite e del 10% per l’insalata grazie all’ombreggiatura dei pannelli solari.
L’agrivoltaico sta emergendo come una delle soluzioni più innovative e sostenibili in agricoltura per affrontare le sfide energetiche e climatiche. In Italia, l’interesse verso questa tecnologia è in crescita, come dimostrato dagli 897 progetti di agrivoltaico attualmente in valutazione presso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), su un totale di 1654 progetti presentati. Di questi, 721 sono in fase di istruttoria tecnica presso la Commissione PNRR-PNIEC, 33 sono in attesa del parere del MIC, e 30 sono in corso di valutazione presso la Presidenza del Consiglio dei ministri.
Tuttavia, l’iter autorizzativo di molti di questi progetti procede a rilento. Ben 686 progetti di agrivoltaico, presentati tra il 2021 e il 2023, sono bloccati a causa di ritardi burocratici. Nel dettaglio, si tratta di 77 progetti presentati nel 2021, 294 nel 2022 e 315 nel 2023, molti dei quali sono ancora in attesa. È cruciale accelerare questi processi per evitare che ulteriori ritardi ostacolino lo sviluppo di questa tecnologia fondamentale.
Secondo uno studio della Commissione tecnica PNRR-PNIEC presso il MASE, nel biennio 2022/2023 l’agrivoltaico ha rappresentato il 59% dei progetti presentati, per un totale di 39 GW di potenza. La maggior parte dei progetti si concentra nel Sud Italia e nelle isole, in regioni come Puglia, Molise, Basilicata, Sicilia e Sardegna, dove le condizioni climatiche e territoriali favoriscono l’installazione di impianti agrivoltaici.
L’appello di Legambiente e le opportunità dell’agrivoltaico
Nel corso della seconda giornata della 36esima edizione di Festambiente, il festival nazionale di Legambiente a Rispescia, l’associazione ha fatto il punto sui ritardi nello sviluppo dell’agrivoltaico in Italia. Legambiente ha lanciato un doppio appello al Governo e alle Regioni affinché si velocizzino gli iter autorizzativi, oggi troppo lenti e spesso impantanati tra burocrazia e norme obsolete. L’evento è stato anche l’occasione per inaugurare un impianto agrivoltaico dimostrativo realizzato in collaborazione con il Gruppo Greencells Agrosolar.
L’impianto, situato all’ingresso della manifestazione, è un esempio pratico di come l’agrivoltaico possa essere integrato con l’agricoltura, senza consumo di suolo, combinando la produzione energetica da fonti rinnovabili con quella agricola. Secondo Legambiente, l’agrivoltaico offre numerosi vantaggi dal punto di vista ambientale, agronomico ed economico. Questa tecnologia consente di utilizzare le aree agricole per la produzione di energia pulita senza compromettere la produzione alimentare, promuovendo un modello di sviluppo sostenibile e creando nuove opportunità occupazionali.
Studi condotti dal CNR di Firenze hanno dimostrato che l’agrivoltaico può migliorare la resa di alcune colture, come la vite e l’insalata, rispettivamente del 10-20% e del 10%, grazie all’ombreggiatura fornita dai pannelli solari. “L’agrivoltaico è uno degli strumenti più innovativi che abbiamo a disposizione per realizzare la transizione ecologica in agricoltura” ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente. L’agrivoltaico, ha sottolineato Ciafani, può diventare uno dei pilastri fondamentali di un nuovo modello di sviluppo economico sostenibile, capace di creare nuovi posti di lavoro, stimolare l’innovazione, abbassare le bollette e contrastare la crisi climatica.
- 🌱 Una rivoluzione verde che porta speranza......
- 🚨 Troppi ritardi minacciano il progresso......
- 🤔 Pannelli solari e peperoncino: un connubio inaspettato......
Prospettive future e contributo alla neutralità climatica
Secondo i dati aggiornati al 2024 dall’ENEA, l’agrivoltaico potrebbe contribuire significativamente al raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica in Italia senza compromettere la produttività agricola. Per raggiungere il target di 72 GW di fotovoltaico, sarebbe necessario utilizzare meno dell’1% della superficie agricola utilizzata (SAU) totale, corrispondente a circa 13,4 milioni di ettari. Questo dimostra che l’agrivoltaico ha il potenziale per essere una soluzione sostenibile a lungo termine.
“L’Italia, con la sua ricca tradizione agricola e il suo impegno crescente verso le energie rinnovabili, è nella posizione ideale per diventare leader nel settore dell’agrivoltaico” ha dichiarato Angelo Gentile, responsabile nazionale agricoltura di Legambiente. Questa tecnologia non solo offre una fonte di reddito aggiuntiva per gli agricoltori, ma migliora anche la resilienza delle colture agli effetti dei cambiamenti climatici.
La sfida allo stop del fotovoltaico sui terreni agricoli
Mettere d’accordo agricoltura e produzione di energia green: è la sfida dell’agrivoltaico e, in particolare, di Legambiente, associazione che da anni si batte per dimostrare che le due attività non sono incompatibili. Ora c’è la dimostrazione pratica: a Festambiente, “festival nazionale di ecologia e pace” in corso fino all’11 agosto a Ripescia, in provincia di Grosseto, è stato allestito un prototipo dimostrativo di campo agrivoltaico.
L’impianto agrivoltaico, con tracker, pannelli mobili e coltivazioni agricole, è stato realizzato da Legambiente grazie alla collaborazione con il Gruppo Greencells Agrosolar. In un’area di 80 metri quadri situata all’ingresso della manifestazione, due file di sei tracker e altrettanti pannelli fotovoltaici mobili sono a 2,30 metri di altezza dal suolo e si orientano verso la luce solare. La distanza tra le file di pannelli è di 5,5 metri, per permettere il passaggio di mezzi agricoli: non a caso tra i pannelli è parcheggiato un trattore di medie dimensioni. Al di sotto sono state messe a dimora piantine di peperoncino e basilico e delle bordure di lavanda.
L’intenzione di Legambiente è dimostrare che l’integrazione tra agricoltura e produzione di energia solare può portare benefici significativi sia dal punto di vista ambientale che agronomico ed economico. Secondo le ricerche condotte dal CNR di Firenze, la vite coltivata in sinergia con tale tecnologia ha ottenuto un aumento della resa del 10-20%, seguita dall’insalata con un aumento del 10%.
La missione è cruciale, vista la battaglia condotta da una parte rilevante del mondo agricolo italiano (e dalle principali associazioni di categoria) contro le rinnovabili che sottrarrebbero suolo alle coltivazioni, con rischio di indebolire ulteriormente un settore già in difficoltà. La Coldiretti, per esempio, in passato ha insistito perché i pannelli fotovoltaici fossero installati solo sui capannoni industriali e non al suolo. C’è anche da dire che la vera minaccia percepita dalle organizzazioni degli agricoltori non è costituita tanto dai piccoli impianti fai-da-te, ma dall’incombere dei colossi delle rinnovabili che offrono ai proprietari dei terreni cifre alle quali è difficile dire di no.
Bullet Executive Summary
La transizione ecologica non è più una scelta ma una necessità, e deve essere praticata velocemente anche dal settore agricolo, che sarà tra le prime vittime della crisi climatica. L’agrivoltaico è uno degli strumenti più innovativi che abbiamo a disposizione per realizzarla in agricoltura. Dopo gli errori fatti dal governo Meloni coi decreti Agricoltura e Aree idonee, che rischiano di rallentare la diffusione delle rinnovabili nel Paese, è il momento di cambiare passo. Ai ministeri dell’Ambiente e della Cultura chiediamo pareri più rapidi, alle Regioni iter autorizzativi più snelli e veloci.
L’ombreggiatura parziale creata dai pannelli solari ha dimostrato di migliorare la resa di alcune colture, riducendo la necessità di irrigazione. Il microclima favorevole sotto i pannelli agrivoltaici può aumentare l’efficienza dei pannelli stessi, se si considera che le temperature più basse e la maggiore umidità dell’aria aiutano a mantenere i pannelli più freschi. In Italia, secondo le ricerche condotte dal Cnr di Firenze, la vite coltivata in sinergia con tale tecnologia ha ottenuto un aumento della resa del 10-20%, l’insalata del 10%.
In conclusione, l’agrivoltaico rappresenta una straordinaria opportunità per coniugare agricoltura e produzione di energia rinnovabile, contribuendo in modo significativo alla transizione ecologica e alla sostenibilità. È essenziale che le istituzioni e le autorità competenti accelerino gli iter autorizzativi per permettere a questa tecnologia di svilupparsi pienamente e di apportare i benefici attesi. La sinergia tra agricoltura e energia rinnovabile non solo migliora la resilienza delle colture, ma offre anche una fonte di reddito aggiuntiva per gli agricoltori, contribuendo alla crescita economica sostenibile del Paese.