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Operazione ‘Fuori Gioco’: come la Guardia di Finanza ha smantellato il clan Soleti

Scopri i dettagli dell'operazione che ha portato all'arresto di 25 membri del clan Soleti, svelando un vasto sistema di attività illecite e collusioni con imprenditori locali.
  • Arrestati 25 membri del clan Soleti appartenente alla Sacra Corona Unita.
  • Indagini complesse con l'impiego di circa 170 militari e l'uso di tecnologie avanzate.
  • Utilizzo di dispositivi criptati e disturbatori di frequenza per eludere le intercettazioni, con costi fino a 1.929 euro per telefono modificato.

Operazione “Fuori Gioco”: Smantellato il Clan Soleti

La Guardia di Finanza ha eseguito un fermo di custodia cautelare nei confronti di 25 membri del clan Soleti appartenente alla Sacra Corona Unita, ben radicato nei comuni di San Donaci, Tuturano, Torchiarolo e San Pietro Vernotico, nelle province di Lecce e Brindisi. L’investigazione, denominata “Fuori Gioco” e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, ha visto l’impiego di circa 170 militari. I capi d’accusa comprendono associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, rapina, intimidazioni e traffico di stupefacenti.

Le indagini hanno rivelato che il gruppo criminale deteneva un controllo territoriale, gestendo smaltimenti illegali di rifiuti speciali, la raccolta clandestina di scommesse a quota fissa, e il controllo di apparecchiature da intrattenimento modificate, tutto grazie alla collusione con imprenditori locali e l’attività di diverse aziende del settore.

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Il Ruolo della Tecnologia nelle Indagini

Le indagini sono state complesse e articolate, facendo ricorso a intercettazioni telefoniche, ambientali, telematiche e a numerose riprese video. Gli indagati utilizzavano dispositivi criptati e disturbatori di frequenza per eludere le intercettazioni. Un telefono modificato poteva costare fino a 1.929 euro, mentre l’abbonamento semestrale a un’applicazione di messaggistica criptata poteva raggiungere i 1.800 euro.

Gli investigatori, coordinati dalla pm della DDA di Lecce, Carmen Ruggiero, hanno superato questi ostacoli, ricostruendo i ruoli nel sodalizio criminale. Delle 34 persone indagate, ben 21 rispondono del capo di accusa di associazione di tipo mafioso. Le attività illecite riguardavano lo smaltimento di oli alimentari esausti, la raccolta delle scommesse online e il traffico di sostanze stupefacenti, avvenute tra il 2020 e il 2021.

Il “Pactum Sceleris” e l’Imprenditoria Illegale

Il clan Soleti aveva diramato la sua influenza anche su attività lecite, come il trattamento degli oli esausti, il settore del gaming e le scommesse online, estromettendo con minacce e violenze fisiche i potenziali concorrenti. Il sodalizio criminale, definito “pactum sceleris”, è stato siglato il 4 settembre 2020 presso un ristorante di Porto Cesareo tra l’imprenditore Francesco Cosimo Barone e i membri del clan.

“L’intesa avrebbe procurato benefici reciprocamente vantaggiosi: Barone, sfruttando la pressione intimidatoria dell’organizzazione, avrebbe facilmente rimosso i concorrenti, mentre il clan avrebbe incrementato le proprie entrate. L’accordo includeva l’assunzione formale di Antonio Diviggiano e Antonio Caliandro, che avrebbero operato rispettivamente nella ricerca di nuovi clienti e nella raccolta degli oli esausti.”

Conclusioni e Riflessioni

L’operazione “Fuori Gioco” rappresenta un duro colpo alla criminalità organizzata nel Salento, mettendo in evidenza l’efficacia delle forze dell’ordine e della collaborazione internazionale nella lotta contro le mafie. Tuttavia, il caso sottolinea anche la complessità e l’ampiezza delle attività criminali, che si estendono ben oltre il traffico di droga, includendo settori apparentemente legittimi come la gestione dei rifiuti e il gaming.

La transizione ecologica non riguarda solo l’adozione di tecnologie verdi, ma anche la necessità di un sistema di gestione dei rifiuti trasparente e legale. La sostenibilità ambientale deve andare di pari passo con la legalità e la giustizia sociale. In un’economia circolare, ogni attore deve operare secondo le regole, garantendo che le risorse naturali siano utilizzate in modo responsabile e che i rifiuti siano gestiti in modo sicuro e sostenibile.

La gestione illegale dei rifiuti non solo danneggia l’ambiente, ma alimenta anche circuiti criminali che minano la sicurezza e la coesione sociale. È fondamentale promuovere una cultura della legalità e della sostenibilità, in cui ogni cittadino e ogni impresa si sentano responsabili del proprio impatto ambientale e sociale. Solo così potremo costruire un futuro più giusto e sostenibile per tutti.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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