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7 proposte operative per migliorare la raccolta differenziata nei parchi naturali

Legambiente presenta un quadro preoccupante e suggerisce strategie per potenziare la gestione dei rifiuti nelle aree protette italiane
  • Solo 59,62% dei rifiuti raccolti in modo differenziato nei parchi nazionali nel 2022, contro il 60,79% del 2021.
  • I comuni 'ricicloni' nel 2022 sono 268, in leggera crescita rispetto ai 265 del 2021.
  • Le eccellenze: Parco delle Dolomiti Bellunesi con una raccolta differenziata del 81,1% e Parco di Pantelleria con il 80,9%.

Il recente rapporto di Legambiente, intitolato “Parchi Rifiuti Free”, ha evidenziato una situazione preoccupante riguardo alla raccolta differenziata nei comuni situati all’interno delle aree protette italiane. Secondo i dati raccolti dall’ISPRA relativi al 2022, nei 498 comuni distribuiti in 24 parchi nazionali, la percentuale media di raccolta differenziata si attesta al 59,62%. Questo dato rappresenta un calo dell’1,17% rispetto al 60,79% registrato nel 2021, e si colloca ben al di sotto dell’obiettivo del 65% stabilito dal decreto legislativo 152 del 2006, che avrebbe dovuto essere raggiunto nel 2012.

La mancata raggiunta dell’obiettivo del 65% è un segnale allarmante che indica come la presenza di un’area protetta non sia sufficiente a innescare comportamenti virtuosi e una maggiore sensibilità verso la tutela dell’ambiente. Solo 268 comuni, definiti “ricicloni”, hanno superato la soglia del 65% di raccolta differenziata nel 2022, un numero in lieve aumento rispetto ai 265 del 2021. Tuttavia, i comuni “Rifiuti Free”, che rispettano il target di raccolta del secco residuo pro capite inferiore a 75 chilogrammi per abitante all’anno, sono scesi a 83 contro gli 87 del 2021.

Le cause di questo trend negativo sono molteplici. Durante il periodo estivo, le aree protette diventano mete di forte afflusso turistico, con una conseguente produzione di rifiuti pro capite indifferenziata alta e una bassa capacità di raccolta differenziata. Questo fenomeno dimostra come la presenza di un’area protetta non sia sufficiente a innescare comportamenti virtuosi e una maggiore sensibilità verso la tutela dell’ambiente.

Le Eccellenze e le Aree di Miglioramento

Nonostante il quadro generale non sia incoraggiante, ci sono alcune aree protette che rappresentano delle eccellenze nella gestione dei rifiuti. Il Parco delle Dolomiti Bellunesi si distingue come leader con una percentuale di raccolta differenziata del 81,1%, in aumento dello 0,4% rispetto al 2021. Seguono il Parco di Pantelleria con l’80,9%, il Parco delle Cinque Terre con il 77,8%, e il Parco della Maiella con il 73,7%.

In Campania, il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni si distingue come modello di eccellenza nella gestione dei rifiuti. Con una media del 69,4% di raccolta differenziata, ha superato l’obiettivo del 65%, posizionandosi al sesto posto a livello nazionale. Tuttavia, anche qui si registra una leggera diminuzione del 2,2% rispetto ai dati del 2021. Tra i comuni più virtuosi della provincia di Salerno, spiccano Magliano Vetere con un secco pro capite di 22,2 kg per abitante all’anno e una percentuale di raccolta differenziata dell’88,5%, Felitto con 24,5 kg e il 90%, e Controne con 27,1 kg e l’88,1%.

Proposte Operative per Migliorare la Situazione

Per affrontare le criticità emerse dal rapporto, Legambiente ha avanzato sette proposte operative:

1. Ogni area protetta deve realizzare una strategia territoriale “rifiuti free” promuovendo la riduzione dei rifiuti e l’adozione di pratiche sostenibili.
2. Le aree protette dovrebbero condizionare i finanziamenti per eventi territoriali all’adozione di iniziative “plastic free”, senza l’utilizzo di prodotti usa e getta.
3. I parchi devono riconoscere e promuovere le strutture ricettive turistiche che raggiungono l’obiettivo “rifiuti free” e “plastic free”.
4. I comuni nei parchi devono adottare sistemi di raccolta che riducono gli impatti sulla biodiversità e sulla gestione della fauna selvatica.
5. Le aree protette devono sostenere i maggiori costi derivanti dall’utilizzo di specifici sistemi di raccolta per tutelare la fauna selvatica, come cassonetti antintrusione e modalità di raccolta puntuali.
6. I parchi devono combattere l’abbandono dei rifiuti pianificando la bonifica delle discariche abusive.
7. Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) deve rimodulare le risorse assegnate ai parchi nazionali per rendere efficace la raccolta differenziata.

Bullet Executive Summary

In conclusione, il rapporto “Parchi Rifiuti Free” di Legambiente evidenzia come la gestione dei rifiuti nei comuni situati all’interno delle aree protette italiane sia ancora lontana dagli obiettivi di legge. Nonostante alcune eccellenze, la media della raccolta differenziata è del 59,62%, ben al di sotto del 65% previsto. Le proposte operative avanzate da Legambiente rappresentano un passo importante verso una gestione più sostenibile dei rifiuti e la tutela della biodiversità.

La transizione ecologica richiede un impegno collettivo e l’adozione di strategie condivise per ridurre l’impatto ambientale delle attività umane. La gestione virtuosa dei rifiuti è un elemento fondamentale per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità e proteggere gli ecosistemi naturali. Ogni piccolo gesto, come la corretta separazione dei rifiuti, può contribuire a preservare la bellezza e la biodiversità delle nostre aree protette.

Una nozione avanzata di economia circolare applicabile al tema dell’articolo riguarda l’adozione di sistemi di raccolta e gestione dei rifiuti che tengano conto dell’intero ciclo di vita dei prodotti. Questo approccio, noto come “life cycle thinking”, mira a minimizzare l’impatto ambientale in ogni fase, dalla produzione al consumo, fino allo smaltimento e al riciclo. Implementare queste pratiche nei parchi nazionali potrebbe rappresentare un passo significativo verso una gestione più sostenibile e integrata dei rifiuti, contribuendo a preservare la biodiversità e a promuovere uno sviluppo economico più responsabile e rispettoso dell’ambiente.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)

3 commenti

  1. Io credo che la chiave di tutto sia l’educazione, bisognerebbe sensibilizzare di più i turisti che affollano i parchi durante l’estate. Forse basterebbe qualche campagna informativa mirata. #EducazioneAmbientale

  2. Magari il problema non è tanto la percentuale, ma il fatto che non arriviamo al 65% stabilito ben 11 anni fa! Cosa stiamo facendo di concreto per rimediare? Le chiacchiere non bastano…

  3. Sinceramente, non capisco l’allarmismo mentre stiamo parlando solo di 1,17% di calo. In generale stanno facendo un buon lavoro, no? Bisogna sempre vedere il bicchiere mezzo pieno! #Ottimista

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