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Allarme: il colonialismo dei rifiuti tessili sta devastando l’ambiente — Una nuova regolamentazione UE per fermarlo

Il nuovo Regolamento UE 2024/1157 mira a bloccare l'esportazione incontrollata di rifiuti tessili. Scopri come il Made in Italy e altre industrie stanno affrontando la sfida dell'ecodesign.
  • Nel 2020, le esportazioni tessili al di fuori dell'UE hanno raggiunto 1,4 milioni di tonnellate.
  • Quasi il 46% dei tessuti scartati dai cittadini europei viene spedito in Africa, dove finisce spesso in discariche illegali.
  • La Germania è il maggior esportatore di rifiuti tessili in Europa, contribuendo al 36% delle esportazioni totali.

Il Colonialismo dei Rifiuti Tessili: Una Piaga da Fermare

Le fotografie di colossali cumuli di scarti tessili lasciati a decomporsi all’aria aperta e visibili persino dallo spazio hanno ormai attraversato il web e il globo intero anni. Questo fenomeno non è un capolavoro di intelligenza artificiale, ma il risultato di un sistema sfrenato che crea un’enorme quantità di prodotti, li consuma rapidamente e li scarta senza riguardo. Questo fenomeno, noto come colonialismo dei rifiuti, vede i rifiuti tessili finire dall’altra parte del mondo, ben lontano dagli occhi di chi li produce, mascherando pratiche invasive come beneficenza.

Fortunatamente, sembra essere stato applicato un freno d’emergenza con la pubblicazione del Regolamento UE 2024/1157 del Parlamento europeo e del Consiglio dell’11 aprile 2024, il quale ha apportato modifiche al Regolamento CE 1013/2006 sui movimenti dei rifiuti (REFIT). Questo regolamento mira a rendere più rigorose e uniformi le regolamentazioni sull’esportazione.

Secondo le statistiche ufficiali della Commissione Europea, le esportazioni tessili al di fuori dell’UE sono in costante aumento: solo nel 2020 hanno raggiunto la cifra di 1,4 milioni di tonnellate. Dal 2000 al 2019, il volume dei tessuti usati esportati dall’Unione Europea è triplicato, passando da 550mila tonnellate a 1,7 milioni di tonnellate.

Quasi la metà (46%) dei tessuti usati e scartati dai cittadini europei è stata spedita in Africa, purtroppo gran parte di questi vestiti finisce in discariche illegali a cielo aperto. Circa il 41% di ciò che non viene inviato in Africa, arriva in Asia, dove una parte non idonea finisce comunque nelle discariche.

Tra i maggiori esportatori di rifiuti tessili europei, la Germania (36%) si colloca al primo posto, seguita dai Paesi Bassi (14%) e dall’Italia (10%).

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Il Made in Italy e la Sfida dell’Ecodesign

Cinque industrie tessili di Prato hanno recentemente introdotto un proprio passaporto digitale dei prodotti tessili, fornendo a marchi ed aziende-clienti una vasta gamma di informazioni, dalle caratteristiche del prodotto, alle materie prime utilizzate, la loro provenienza e l’impatto ambientale e sociale dei processi produttivi. L’introduzione delle nuove normative sull’ecodesign rappresenta una delle principali sfide per il Made in Italy e il sistema produttivo nazionale.

Il Regolamento europeo sulla progettazione ecocompatibile (Espr) è una componente essenziale di un pacchetto di misure necessario a conseguire gli obiettivi del Circular Economy Action Plan 2020. Queste norme aiuteranno l’Unione Europea a centrare gli obiettivi ambientali e climatici prestabiliti, come l’efficienza energetica entro il 2030 e il raddoppio del tasso di circolarità nell’uso dei materiali.

Queste normative intendono migliorare vari aspetti dei prodotti durante tutto il loro ciclo di vita, affinché diventino più duraturi e affidabili, più facili da riutilizzare, aggiornare, riparare e riciclare, minimizzando l’impatto ambientale.

Nel settore dell’arredo, FederlegnoArredo ha come obiettivo consolidare un approccio innovativo ed avanzato basato sui principi ESG. Recentemente, è stato lanciato un progetto per la costituzione di un Consorzio che avrà il compito di gestire il fine vita dei prodotti d’arredo all’interno della filiera, sostenendo le imprese del settore nella piena transizione verso l’economia circolare.

La Governance dei Rifiuti Tessili in Italia

Dal 1° gennaio 2025, in tutti i Paesi UE i rifiuti tessili dovranno essere raccolti separatamente rispetto all’indifferenziato. A luglio 2023, la Commissione Europea ha proposto un regime di Responsabilità Estesa del Produttore (EPR) con l’obiettivo di stimolare la gestione sostenibile dei rifiuti tessili in tutta l’unione.

Ogni anno in Europa vengono scartati 7 milioni di tonnellate di tessuti, una quantità pari al peso di 70 Colossei. L’Italia è tra i paesi che immettono più prodotti tessili sul mercato con una media di 23 kg per abitante ogni anno, e solo 2,7 kg per persona vengono raccolti separatamente, equivalenti a circa 160.000 tonnellate. Il WWF ricorda che ogni anno 13mila tonnellate di microfibre tessili vengono introdotte nelle acque di superficie, corrispondenti a 25 grammi per abitante.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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