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Comuni ricicloni: come stanno cambiando le città italiane nella gestione dei rifiuti

Scopri come l'iniziativa di Legambiente ha trasformato quasi 700 comuni italiani in modelli di sostenibilità ambientale nel 2023.
  • Nel 2023 i comuni rifiuti free sono aumentati del 11%, passando da 629 a 698.
  • Il 6,9% della popolazione italiana beneficia di un sistema di gestione dei rifiuti sostenibile.
  • La Sardegna ha visto un incremento significativo, passando da 10 a 30 comuni rifiuti free.

L’iniziativa “Comuni Ricicloni” di Legambiente, patrocinata dal Ministero per l’Ambiente, è nata nel 1994 con l’obiettivo di premiare le comunità, gli amministratori e i cittadini che si distinguono nella raccolta differenziata e nella gestione dei rifiuti. Questo progetto, che analizza le raccolte differenziate per il riciclaggio e gli acquisti di beni, opere o servizi che valorizzano e danno una seconda vita ai rifiuti, ha visto una crescita costante nel corso degli anni.

Dal 2016, l’iniziativa si concentra sui comuni “rifiuti free”, ossia quelle città che producono una quantità di rifiuti indifferenziati destinati allo smaltimento inferiore ai 75 chili per abitante all’anno. Le classifiche vengono realizzate su base regionale e includono quattro categorie: comuni sotto i 5.000 abitanti, comuni tra 5.000 e 15.000 abitanti, comuni sopra i 15.000 abitanti e capoluoghi di provincia.

La Crescita dei Comuni Rifiuti Free

Il 2023 è stato un anno positivo per il servizio di gestione dei rifiuti. Secondo il dossier di Legambiente, i comuni rifiuti free sono aumentati del 11%, passando da 629 a 698. Di questi, 450 sono comuni con meno di 5.000 abitanti, un dato che sancisce un incremento dell’11% rispetto all’anno precedente. Questo significa che il 6,9% della popolazione italiana può usufruire di un sistema di gestione dei rifiuti attento e sostenibile.

Il Nord Italia si conferma la regione più virtuosa, con 434 comuni rifiuti free, seguita dalla Campania con 83 comuni. La Sardegna ha registrato un incremento significativo, passando da 10 a 30 comuni rifiuti free. Il Centro Italia, invece, ha mostrato una situazione di stallo, con solo 33 comuni virtuosi, un aumento di soli 3 rispetto all’anno precedente.

Il Ruolo dei Piccoli Centri

Dall’indagine di Legambiente emerge che i comuni rifiuti free sono soprattutto quelli di medie dimensioni. I comuni con meno di 5.000 abitanti rappresentano la maggioranza, con 450 unità, ma la loro incidenza sul numero totale di abitanti è solo del 23%. I comuni tra 5.000 e 15.000 abitanti rappresentano il 40%, mentre quelli con oltre 15.000 abitanti arrivano al 29%. I capoluoghi di provincia, invece, rappresentano solo l’8%.

Tra i capoluoghi di provincia, Treviso e Belluno si distinguono con circa l’85% di raccolta differenziata, seguiti da Pordenone con l’83,2% e Trento con l’81,2%. Anche alcune città del Sud Italia, come Mazara del Vallo, Misilmeri e Castelvetrano in Sicilia, si sono avvicinate ai 75 chili pro capite di rifiuti indifferenziati.

Il Contributo dei Consorzi

Un altro aspetto rilevante dell’iniziativa “Comuni Ricicloni” è il ruolo dei consorzi nella gestione dei rifiuti. Dei 3.518.952 cittadini rifiuti free, 2.436.999 risiedono in comuni con gestione rifiuti consortile. Questo conferma la validità dei sistemi di gestione su larga scala. I due consorzi veneti della provincia di Treviso, il Consiglio di Bacino Priula e il Consiglio di Bacino Sinistra Piave, organizzano la raccolta per 555.694 e 299.107 abitanti rispettivamente, con una produzione di rifiuti avviati allo smaltimento inferiore ai 50 kg per abitante all’anno.

Nella classifica dei consorzi sotto i 100.000 abitanti, la Comunità Montana del Gennargentu Mandrolisai in Sardegna si distingue con una produzione pro-capite di secco residuo di 47 kg all’anno. Seguono Amambiente Spa in Trentino-Alto Adige con 49,5 kg per abitante all’anno e Asia Azienda Speciale per l’Igiene Ambientale con 55 kg per abitante all’anno.

Bullet Executive Summary

In conclusione, l’iniziativa “Comuni Ricicloni” di Legambiente rappresenta un esempio virtuoso di come le amministrazioni locali possano contribuire alla transizione ecologica e alla sostenibilità ambientale. La crescita dei comuni rifiuti free e il ruolo dei consorzi nella gestione dei rifiuti dimostrano che è possibile ridurre l’impatto ambientale e promuovere l’economia circolare attraverso politiche efficaci e una gestione attenta dei rifiuti.

Nozione base: La transizione ecologica è un processo che mira a ridurre l’impatto ambientale delle attività umane attraverso l’adozione di pratiche sostenibili e l’uso efficiente delle risorse naturali. Questo include la promozione della raccolta differenziata e del riciclaggio dei rifiuti.

Nozione avanzata: L’economia circolare è un modello economico che si basa sulla riduzione, il riutilizzo e il riciclaggio dei materiali per creare un ciclo chiuso di produzione e consumo. Questo modello mira a ridurre al minimo i rifiuti e a massimizzare l’uso delle risorse, promuovendo la sostenibilità ambientale e la crescita economica.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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