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- 25 ettari di superficie per la discarica, operativa dal 1978.
- Il terzo lotto, operativo dal 2009, ha una capacità di circa 930.000 mc.
- Circa 180 tonnellate di rifiuti conferiti ogni giorno da 40 automezzi.
La Discarica di Monteschiantello: Un Caso di Studio sulla Gestione dei Rifiuti
La discarica di Monteschiantello, situata nella valle nascosta ai confini del Comune di Fano, è al centro di un acceso dibattito sulla gestione dei rifiuti a livello provinciale. Questo impianto, classificato come “Discarica per rifiuti non pericolosi” secondo il D. Lgs. 36/2003, è stato oggetto di discussioni e contestazioni da parte del comitato Ambiente Vivo e delle amministrazioni locali.
Il comitato Ambiente Vivo, guidato da Stefano Sanchioni, ha espresso forte contrarietà ai progetti di ampliamento della discarica, definendoli uno “scempio enorme”. La discarica, operativa dal 1978, si estende su una superficie di 25 ettari e ha visto diverse fasi di utilizzo e chiusura di lotti. Attualmente, il Bacino 2 – Zona 1 è in fase di completamento, mentre il terzo lotto, operativo dal 2009, ha una capacità totale di circa 930.000 mc.
La gestione della discarica è affidata alla società ASET S.p.A., che ha implementato un rigido protocollo di verifiche e controlli per l’accettazione dei rifiuti. Ogni giorno, circa 40 automezzi conferiscono una media di 180 tonnellate di rifiuti, suddivisi equamente tra rifiuti urbani e rifiuti speciali non pericolosi.
Le Preoccupazioni del Comitato Ambiente Vivo
Il comitato Ambiente Vivo ha sollevato preoccupazioni riguardo all’impatto ambientale e sociale dell’ampliamento della discarica. Secondo il comitato, l’aumento del volume di rifiuti comporterebbe un maggiore traffico di mezzi pesanti, con conseguente impatto negativo sulla viabilità e sulla qualità dell’aria. Inoltre, l’effetto cumulo di particelle inquinanti potrebbe aggravare la situazione ambientale già compromessa.
Il comitato ha chiesto un cambio di rotta, auspicando una maggiore attenzione alla riduzione dei rifiuti e allo sviluppo di alternative sostenibili alla discarica. Ha inoltre sottolineato la necessità di una gestione più trasparente e partecipata del processo decisionale, con il coinvolgimento dei cittadini e delle associazioni ambientaliste.
La nomina di Giacomo Mattioli a presidente di ASET, voluta dal nuovo sindaco fanese Luca Serfilippi, ha ulteriormente alimentato il dibattito. Mattioli ha espresso l’intenzione di valorizzare l’azienda con l’introduzione di cassonetti intelligenti, ma il comitato Ambiente Vivo ha ribadito la sua contrarietà ai progetti di ampliamento della discarica.
La Discarica di Monteschiantello e il Piano Provinciale dei Rifiuti
La discarica di Monteschiantello è stata designata come ambito di smaltimento dei rifiuti urbani prodotti da diversi comuni della provincia di Pesaro e Urbino. Dopo la chiusura della discarica di Barchi, l’impianto di Monteschiantello è diventato l’unico sito operativo nella provincia, con una capacità di conferimento fino al 2025-2026.
La piattaforma dedicata alla lavorazione di sfalci e potature, attiva fin dal 2010, opera in sinergia con i Centri di Raccolta Differenziata del territorio. Questo servizio è riservato ai cittadini e alle utenze domestiche, ma anche alle aziende del settore floro-vivaistico e di manutenzione del verde.
Il Piano Provinciale dei Rifiuti, aggiornato dopo la chiusura della discarica di Barchi, assegna alla discarica di Fano l’ambito di smaltimento dei rifiuti urbani prodotti dai comuni di Fano, Cartoceto, Colli al Metauro, Fossombrone, Isola del Piano, Mondolfo, Monte Porzio, Montefelcino, Pergola, San Costanzo, San Lorenzo in Campo, Sant’Ippolito e Terre Roveresche. Quotidianamente, l’impianto riceve circa 50-55.000 tonnellate di rifiuti all’anno.
Le Critiche dell’Amministrazione di San Costanzo
Il sindaco di San Costanzo, Filippo Sorcinelli, e l’assessore all’Ambiente, Stefano Giraldi, hanno espresso la loro contrarietà alla proposta di collaborazione tra ASET e Marche Multiservizi per la gestione della discarica di Monteschiantello. Secondo loro, la discarica non è un sito adatto per ospitare impianti di trasformazione industriale dei rifiuti e rappresenta l’ultima fase del ciclo di gestione dei rifiuti, non un pilastro dell’economia circolare.
Sorcinelli e Giraldi hanno sottolineato l’importanza di investire nel recupero dei rifiuti e di sostenere iniziative economiche alternative allo smaltimento in discarica. Hanno inoltre evidenziato i rischi di speculazione economica legati alla creazione di una società ad hoc per la gestione della discarica e la necessità di una vigilanza costante.
La loro posizione è stata recepita nel piano di gestione dei rifiuti, che prevede l’ottimizzazione della capacità attuale della discarica e la riduzione al minimo dei conferimenti, nel rispetto dei limiti di rapporto tra rifiuti urbani e speciali non pericolosi.
Bullet Executive Summary
La discarica di Monteschiantello rappresenta un caso emblematico delle sfide legate alla gestione dei rifiuti e alla sostenibilità ambientale. Il dibattito tra il comitato Ambiente Vivo, le amministrazioni locali e la società ASET evidenzia la necessità di trovare un equilibrio tra le esigenze di smaltimento dei rifiuti e la tutela dell’ambiente e della salute pubblica.
La transizione ecologica richiede un approccio integrato che consideri non solo la riduzione dei rifiuti, ma anche lo sviluppo di alternative sostenibili e la partecipazione attiva dei cittadini e delle associazioni ambientaliste. Solo attraverso un dialogo costruttivo e una gestione trasparente e partecipata sarà possibile affrontare le sfide ambientali del nostro tempo e garantire un futuro sostenibile per le generazioni future.
In conclusione, la discarica di Monteschiantello ci ricorda l’importanza di adottare pratiche di economia circolare e di investire in tecnologie e infrastrutture che promuovano il recupero e il riciclo dei rifiuti. Solo così potremo ridurre l’impatto ambientale e costruire un sistema di gestione dei rifiuti più sostenibile ed efficiente.