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Il boom delle richieste di smaltimento amianto in Friuli Venezia Giulia: numeri e strategie

Analizziamo l'incremento delle richieste di smaltimento amianto nella regione e le misure adottate per affrontare la situazione, inclusi contributi e nuove tecnologie.
  • Con 530 richieste di smaltimento amianto, la regione registra un boom senza precedenti.
  • I rifiuti pericolosi sono aumentati da 201.330 t/a a 369.630 t/a tra il 2014 e il 2020.
  • Contributi concessi per 15.675.568,40 euro per favorire la rimozione dell'amianto.

Il Friuli Venezia Giulia sta vivendo un boom di richieste per lo smaltimento dell’amianto da parte delle aziende locali. Con ben 530 richieste di smaltimento, il tema è stato al centro della discussione nella IV Commissione consiliare, presieduta da Alberto Budai (Lega). L’aggiornamento del Piano regionale amianto del 2018, che fa parte del Piano regionale gestione rifiuti speciali del 2016, è stato oggetto di un rapporto preliminare e di un report di monitoraggio.

L’assessore regionale alla Difesa dell’ambiente, Fabio Scoccimarro, ha fornito chiarimenti ai consiglieri, ottenendo il parere favorevole della Commissione con il consenso a maggioranza e l’astensione delle Opposizioni. Il report di monitoraggio ha evidenziato una crescita nella produzione di rifiuti speciali, passati da 3.291.706 tonnellate annue (t/a) nel 2014 a 4.203.680 t/a nel 2020. I rifiuti pericolosi sono aumentati da 201.330 t/a a 369.630 t/a nello stesso periodo.

Impianti e Capacità di Smaltimento

Attualmente, in Friuli Venezia Giulia sono attivi due impianti autorizzati a ricevere rifiuti contenenti amianto, situati nei comuni di Porcia e Cordenons. La discarica di Porcia è autorizzata fino al 22 maggio 2031, con una capacità complessiva di 676.267 metri cubi (mc) e una ricezione annua di 15.000 mc di rifiuti inerti e 50.000 mc di rifiuti contenenti amianto. La discarica di Cordenons, invece, è autorizzata fino al 18 agosto 2034, con una capacità complessiva di 779.551 mc e una capacità di smaltimento di 147.174 mc di rifiuti contenenti amianto.

Andrea Carli e Diego Moretti hanno sollevato dubbi sulla sufficienza della capacità ricettiva delle due discariche per soddisfare i fabbisogni regionali. Tuttavia, è stato risposto che i quantitativi rimossi annualmente garantiscono una capacità ricettiva sufficiente per almeno 8-9 anni.

Contributi e Incentivi per la Rimozione dell’Amianto

Per favorire la rimozione e lo smaltimento dell’amianto, la Regione Friuli Venezia Giulia ha previsto contributi per Comuni, privati e imprese. Complessivamente, sono stati concessi 15.675.568,40 euro, con l’obiettivo di mantenere uno stanziamento di oltre 9 milioni di euro fino al 2025. Per le imprese, gli stanziamenti del triennio 2023-2025 ammontano a 4,7 milioni di euro, suddivisi in 900mila euro nel 2023, 1,9 milioni nel 2024 e nel 2025.

Le micro-imprese possono ottenere un contributo pari al 50% della spesa, fino a un massimo di 15.000 euro. Le piccole e medie imprese possono ricevere un contributo del 40% della spesa, fino a 30.000 euro, mentre le grandi imprese possono ottenere un contributo del 30% della spesa, fino a 40.000 euro. Le domande di contributo devono essere presentate al Servizio disciplina gestione rifiuti e siti inquinati della Direzione centrale ambiente ed energia.

Monitoraggio e Mappatura dell’Amianto

Dal luglio 2019, la Regione ha avviato una ricognizione delle coperture in cemento-amianto degli edifici attraverso immagini ad alta definizione rilevate da droni. Ad oggi, sono stati mappati 30 Comuni, di cui 25 con l’ausilio di droni. Per il triennio 2024-2025, è prevista una copertura finanziaria di 750mila euro per il 2024 e 250mila euro per il 2025.

Il Piano regionale prevede anche la formazione del personale addetto alle operazioni di bonifica, con l’obiettivo di formare 600 addetti attraverso corsi presso istituti come Ial, Edilmaster e Fondazione Opera Sacra Famiglia, finanziati dalla Regione.

Bullet Executive Summary

La gestione dell’amianto in Friuli Venezia Giulia rappresenta un esempio significativo di come le regioni possano affrontare la questione dei rifiuti pericolosi in modo sostenibile. La transizione ecologica richiede un impegno collettivo e un’adeguata pianificazione per garantire la sicurezza ambientale e la salute pubblica. La mappatura tramite droni e i contributi per la rimozione dell’amianto sono passi fondamentali in questa direzione.

*Nozione base: La transizione ecologica implica il passaggio da un modello economico basato su risorse non rinnovabili a uno sostenibile, che minimizza l’impatto ambientale e promuove l’uso efficiente delle risorse naturali.

Nozione avanzata: L’economia circolare* è un modello economico che mira a ridurre al minimo i rifiuti e a mantenere il valore dei prodotti, dei materiali e delle risorse il più a lungo possibile. Applicare questo concetto alla gestione dell’amianto significa non solo smaltire in modo sicuro il materiale pericoloso, ma anche cercare soluzioni innovative per il suo riutilizzo o trasformazione in materiali non nocivi.

Riflettendo su queste nozioni, è evidente che la gestione sostenibile dei rifiuti pericolosi come l’amianto è cruciale per la tutela dell’ambiente e della salute pubblica. La sfida è grande, ma con la giusta pianificazione e collaborazione, possiamo costruire un futuro più sicuro e sostenibile per tutti.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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