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- La bioeconomia italiana ha raggiunto una produzione di 437,5 miliardi di euro nel 2023, crescendo di 9,3 miliardi rispetto all'anno precedente.
- Il progetto TERRIFIC, con un finanziamento di 16 milioni di euro, mira a sviluppare otto innovativi modelli di imballaggio biobased.
- Il Piano strategico BIT II prevede un aumento del 15% nel fatturato della bioeconomia, equivalente a circa 65 miliardi di euro e l'aggiunta di 300mila nuovi posti lavorativi entro il 2027.
Il campo della bioeconomia si sta rapidamente affermando come una realtà sempre più rilevante nell’ambito delle produzioni basate su risorse biologiche rinnovabili destinate a generare alimenti, materiali ed energia. Questa strategia riveste un’importanza cruciale nella fase attuale della transizione ecologica: limita il ricorso a fonti non rinnovabili mentre promuove principi dallo spirito sostenibile. Nel nostro Paese avremo registrato nel 2023 una produzione pari a 437,5 miliardi di euro, mostrando così una crescita significativa con 9,3 miliardi in più rispetto all’anno precedente; questo ambito occupazionale coinvolge quasi due milioni d’individui, rendendosi evidente quale propulsore delle iniziative innovative legate al Made in Italy.
Adottato nel 2017, il Piano Nazionale per la Bioeconomia chiarisce i contorni del fenomeno descrivendo le pratiche economiche che sfruttano risorse naturali rigenerabili dai terreni agricoli o dagli ecosistemi acquatici marini. Un mercato dimostratosi molto robusto può vantare eccellenze italiche come punto focale dell’economia verde europea: infatti, l’Italia si colloca ai vertici europei riguardo alla gestione dei materiali organici da smaltire ed occupa anche la posizione n° due nella produzione complessiva del biogas grazie alla presenza esclusiva delle sue bioraffinerie altamente performanti sul piano mondiale.
Progetti Europei: L’Italia all’Avanguardia
L’Italia assume una posizione da leader nei rilevanti progetti europei promossi grazie alla collaborazione tra pubblico e privato attraverso la CBE (Circular Biobased Europe) Joint Undertaking. Un esempio significativo è dato dal programma TERRIFIC che dispone fondi per un valore complessivo pari a 16 milioni di euro; esso ha come obiettivo primario quello di ottimizzare le prestazioni delle soluzioni biobased nell’ambito del packaging. Con una partecipazione attiva da parte di ben 19 partner provenienti da nove nazioni, questo piano si dedica allo sviluppo di otto innovativi modelli d’imballaggio che fanno affidamento su risorse rinnovabili. Il traguardo fissato mira a superare il 95% del contenuto rigenerabile, apportando valore aggiunto ai residui delle filiere agro-industriali.
In aggiunta all’importanza della precedente iniziativa, c’è anche BioINSouth che ottiene un finanziamento totale pari a 3 milioni. Tale programma ambisce a elaborare direzioni guida assieme a strumenti digitalizzati utili per favorire l’implementazione di approcci innovativi concernenti la valutazione dell’impatto ambientale nei contesti industrializzati bio-based. I lavori sono rivolti principalmente alle aree mediterranee meridionali dell’Europa ed includono la creazione di otto HUBs; uno dei centri avrà sede in Italia precisamente nella Regione Campania.
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Verso una Transizione Green: Azioni Necessarie
La bioeconomia si configura come uno dei principali pilastri all’interno del processo verso la transizione ecologica, sostenendo attivamente l’implementazione del Green New Deal nonché l’opera indispensabile di defossilizzazione dell’economia stessa. Per indirizzare efficacemente questa metamorfosi economica e sociale è imperativo adottare misure politiche dirette a stimolare la domanda. A tale scopo risulta vitale disporre di una cornice legislativa chiara e uniforme: ciò implica anche una necessaria semplificazione delle norme vigenti oltre alla creazione specifica dei codici ATECO orientati ai settori coinvolti nella bioeconomia.
In questo contesto si inserisce il Cluster SPRING, composto da più di 160 attori significativi nel panorama italiano; quest’alleanza riveste un’importanza strategica nel campo della promozione della bioeconomia circolare all’interno dello stivale. Attraverso SPRING si opera per edificare una comunità compatta che incarni le esigenze dell’industria presso le autorità regionali così come quelle nazionali ed europee; non dimentichiamo che il Cluster partecipa al Gruppo nazionale preposto al coordinamento delle attività in ambito bioeconomico ed è componente attivo della Circular Biobased Joint Undertaking.
Un Futuro Sostenibile: Strategie e Opportunità
Il Piano strategico italiano BIT II, che si estende fino al 2027, intende realizzare un’impennata sostanziale tanto nel fatturato quanto nell’occupazione relativa alla bioeconomia. Il fine è quello di raggiungere un incremento del 15%, traducibile in una crescita economica complessiva equivalente a circa 65 miliardi di euro, oltre all’aggiunta stimata di ben 300mila nuovi posti lavorativi. In effetti, dal 2018 al 2023 la bioeconomia nazionale ha visto un’espansione da record pari al 20%, manifestando quindi capacità reattive anche nel periodo critico determinato dalla pandemia globale.
Nel contesto internazionale, il Piano Mattei posiziona la bioeconomia come elemento cruciale per facilitare i Paesi africani nella transizione verso modelli sostenibili già affinati attraverso esperienze italiane. Le direttrici principali delineate riguardano: l’interconnessione tra diverse filiere produttive (sia agroalimentari che non), lo sviluppo continuo attraverso politiche incentivanti orientate sul lungo periodo ed infine un rinnovamento delle norme regolatorie attualmente in atto. Per garantire uno slancio reale alla dimensione settoriale prescelta sono indicate cinque azioni chiave; fra queste si segnalano iniziative pilota locali insieme ad interventi finalizzati alla valorizzazione dell’istruzione imprenditoriale.
La bioeconomia rappresenta un esempio tangibile di economia circolare, un modello che promuove il riutilizzo e la rigenerazione delle risorse. Tale metodo non soltanto offre una significativa diminuzione dell’impatto ambientale, ma genera pure ulteriori occasioni in ambito economico ed occupazionale. Passare ad un’economia maggiormente sostenibile implica necessità di una trasformazione del modo di pensare accompagnata dall’implementazione di prassi all’avanguardia. Risulta essenziale che le politiche governative supportino attivamente questa evoluzione, incentivando investimenti nella ricerca e nello sviluppo delle tecnologie ecologicamente compatibili.
Uno dei paradigmi innovativi nel campo della transizione ecologica è rappresentato dalla bioeconomia rigenerativa; essa va oltre il semplice intento di diminuire gli effetti negativi sull’ambiente, perseguendo il rinnovamento e il potenziamento degli ecosistemi naturali esistenti. Questa strategia necessita della cooperazione fra istituzioni pubbliche, aziende private e popolazioni locali al fine di elaborare risposte appropriate che considerino le peculiarità dei vari territori. Attraverso la bioeconomia rigenerativa si possono affrontare i cambiamenti climatici con efficacia ed incentivare la diversificazione biologica nel tempo futuro, così da garantire condizioni migliori alle generazioni successive.