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- L'introduzione degli ESRS e del principio di doppia materialità offre un quadro normativo dettagliato per valutare gli impatti aziendali.
- La CSRD estende gli obblighi di reporting alle PMI, sollevando critiche sulla limitazione della concorrenza nella garanzia esterna.
- Banca Etica dimostra come il 45% dell'attivo patrimoniale possa essere classificato come ad impatto, superando gli standard del settore finanziario.
L’adozione dei principi europei di rendicontazione sulla sostenibilità (ESRS), sanciti dal Regolamento UE 2023/2772, rappresenta un cambiamento epocale per le imprese obbligate a redigere bilanci di sostenibilità. Questi principi, analoghi a quelli contabili per i bilanci finanziari, impongono che i dati vengano trattati secondo regole precise, permettendo ai fruitori di comprendere gli impatti dell’impresa su persone e ambiente. Il principio della doppia materialità, che sottolinea l’importanza di valutare sia gli impatti dell’impresa che quelli delle questioni di sostenibilità sull’impresa stessa, è centrale in questo contesto. Gli ESRS1 e ESRS2, noti come principi cross-cutting, sono fondamentali poiché si applicano a tutte le dichiarazioni di sostenibilità, fornendo le prescrizioni generali e le informazioni necessarie per una comprensione completa delle strategie aziendali.
La Direttiva CSRD e le Sfide per l’Italia
Il recepimento della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) da parte dell’Italia, avvenuto con il decreto legislativo 125/2024, ha sollevato diverse polemiche. La direttiva mira a promuovere la trasparenza e la divulgazione delle informazioni ESG, estendendo gli obblighi di reporting anche alle piccole e medie imprese. Tuttavia, la decisione del governo italiano di limitare la possibilità di fornire il servizio di garanzia esterna della rendicontazione di sostenibilità ai soli revisori legali ha suscitato critiche. Questo approccio potrebbe limitare la concorrenza e aumentare i costi per le imprese, soprattutto per le PMI, che temono un incremento delle spese e una conseguente perdita di competitività. La Francia e la Spagna, al contrario, hanno già aperto il mercato ai prestatori indipendenti di servizi di valutazione della conformità, dimostrando che non ci sono ostacoli reali alla liberalizzazione del mercato.
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L’Esempio di Banca Etica nella Rendicontazione di Impatto
Banca Etica rappresenta un esempio virtuoso nel panorama della rendicontazione di impatto. L’istituto, dedicato alla finanza etica, ha scelto di affiancare al bilancio di sostenibilità un report di impatto, utilizzando una metodologia proprietaria per mappare gli impatti sociali e ambientali generati dai finanziamenti concessi. Questo approccio permette di valutare la distribuzione del credito tra diverse aree d’azione, come sociale, ambiente, e cooperazione internazionale. Gli indicatori elaborati da Banca Etica per la valutazione socio-ambientale sono circa cinquanta, coprendo aspetti come l’energia rinnovabile installata e il numero di beneficiari raggiunti. L’analisi del portafoglio dell’istituto rivela che il 45% dell’attivo patrimoniale è classificato come ad impatto, mentre la restante parte coincide con investimenti in titoli di stato. Questo esercizio di trasparenza si distingue nel settore finanziario, dove spesso gli investimenti ad impatto sono significativamente minori.
Conclusioni e Riflessioni Future
La transizione verso una rendicontazione di sostenibilità più rigorosa e trasparente rappresenta un passo cruciale verso un’economia più responsabile e consapevole. La CSRD e gli ESRS pongono le basi per un futuro in cui le imprese saranno chiamate a rendere conto non solo dei loro risultati finanziari, ma anche del loro impatto su ambiente e società. Tuttavia, l’implementazione di queste normative richiede un equilibrio tra rigore e flessibilità, per evitare di gravare eccessivamente sulle PMI e garantire al contempo la qualità delle informazioni fornite.
Nel contesto della transizione ecologica, è fondamentale comprendere che la sostenibilità non riguarda solo l’ambiente, ma anche l’equità sociale e la governance responsabile. La nozione di economia circolare, ad esempio, si basa sull’idea di ridurre al minimo gli sprechi e massimizzare l’uso delle risorse, promuovendo un modello di sviluppo che sia sostenibile nel lungo termine. Questo concetto si applica perfettamente alla rendicontazione di sostenibilità, che mira a creare un sistema trasparente e responsabile.
In un’ottica più avanzata, la rendicontazione di sostenibilità può essere vista come uno strumento di trasformazione aziendale, capace di guidare le imprese verso modelli di business più innovativi e inclusivi. La sfida è quella di integrare la sostenibilità in ogni aspetto dell’attività aziendale, dalla strategia alla cultura organizzativa, per generare un impatto positivo duraturo. Questa visione richiede un cambiamento di mentalità, che veda la sostenibilità non come un obbligo, ma come un’opportunità per creare valore condiviso.