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Impatto ambientale: strategie chiave per la governance globale nel 2025

Scopri come le decisioni prese quest'anno plasmeranno il futuro della biodiversità, della lotta all'inquinamento e dello sviluppo sostenibile, con un focus sulle nuove leadership e sfide finanziarie.
  • Cop16 bis: stanziati 200 miliardi di dollari annui entro il 2030.
  • Il declino della biodiversità minaccia oltre la metà del PIL globale.
  • L'Italia deve incrementare il suo contributo ai fondi multilaterali.

Il 2025: Un Anno Cruciale per la Governance Ambientale Globale

Il 2024 ha evidenziato una crescente insoddisfazione riguardo alla lentezza e all’inefficacia dei negoziati ambientali internazionali. *Di fronte a questa situazione, le corti di giustizia hanno visto crescere la propria importanza, intervenendo per sopperire alle mancanze dei processi condotti su scala globale. Il rapporto “State of global environmental governance 2024” dell’International institute for sustainable development (Iisd) sottolinea questa tendenza, evidenziando i progressi compiuti e le sfide che attendono il mondo nel 2025. Nonostante le grandi aspettative, il 2024 non ha prodotto risultati significativi in termini di accordi ambientali globali. Un esempio lampante è il fallimento nel raggiungere un accordo vincolante sull’inquinamento da plastica.

Biodiversità e Popolazioni Indigene: Un Impegno Contrastante

In merito ai diritti delle popolazioni indigene, l’anno 2024 ha presentato indicazioni contrastanti. Da un lato si registrano avanzamenti significativi da parte della Convenzione sulla diversità biologica e della convenzione dedicata alla desertificazione; dall’altro lato invece si osserva una certa diminuzione degli sforzi nella cornice della Cop sul clima, evidenziabile anche attraverso i cambiamenti nel linguaggio impiegato nei documenti finali prodotti. L’effettiva implementazione degli accordi multilaterali riguardanti l’ambiente non risulta vincolata esclusivamente ai governi o alle entità internazionali; al contrario riveste un’importanza crescente il contributo attivo della società civile insieme a quello degli scienziati e delle comunità locali stesse che emergono come protagonisti cruciali del processo decisionale. Il prossimo anno del 2025 darà avvio a un ciclo quinquennale orientato verso gli obiettivi delineati nell’‘Agenda 2030’, concernenti lo sviluppo sostenibile. Nel frattempo continuano le serrate trattative relative al trattato mondiale che regola l’uso della plastica: si tratta senza dubbio di uno snodo fondamentale caratterizzato da dibattiti attuali circa la sua ampiezza e architettura istituzionale. Non va dimenticato inoltre che il settore petrolchimico mantiene un’influenza preponderante grazie a una persistenza nella domanda mondiale di petrolio destinata alla fabbricazione di materiali plastici.

Sfide e Opportunità per il Futuro Prossimo

Nel contesto della Cop 30, che si terrà in Brasile, si presenterà una vera sfida circa gli NDCs, ossia gli impegni nazionali determinati, volti alla riduzione delle emissioni da parte degli stati partecipanti. Non mancano le incognite riguardo agli esiti del recente impegno economico siglato a Baku durante la Cop 29 e c’è timore rispetto a una potenziale fuoriuscita degli Stati Uniti dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, soprattutto considerata la loro decisione precedente relativa al ritiro dall’Accordo sul clima di Parigi. D’altro canto, sebbene nella Cop 16 dedicata alla biodiversità siano emersi alcuni elementi positivi – come ad esempio il riavvio dei colloqui sospesi nel corso del 2024 insieme all’adozione di un piano finanziario a favore della salvaguardia degli ecosistemi – è importante notare che il biennio successivo segnerà tappe fondamentali nell’esecuzione riguardante tossine chimiche e gestione dei rifiuti. Qui entra in gioco il neonato fondo GFC; non meno significativa sarà anche l’operatività della Convenzione di Stoccolma, chiamata a fronteggiare domande giuridiche relative alle sostanze vietate inclusa quella nota come UV-328 — oggetto ancora oggi di accesa discussione nel settore aeronautico per via del suo utilizzo controverso. Emergeranno inoltre questioni cruciali attinenti all’estrazione delle risorse necessarie per la transizione verso fonti energetiche più pulite: sotto l’egida dell’autorevole Autorità internazionale dei fondali marini – nota anche con il nome inglese (International Seabed Authority) – saranno formulate disposizioni destinate a stabilire i criteri normativi sull’attività estrattiva negli abissi marini; ciò si svolgerà in mezzo a discordie marcate fra quanti optano per una pausa e quelli favorevoli al via immediato nelle operazioni minerarie. Il futuro incontro delle Nazioni Unite sugli Oceani previsto per il 2025 rappresenterà un passaggio fondamentale nella lotta a favore della protezione degli ambienti marini. Questa iniziativa è destinata a implementare impegni economici sostanziali ed eseguire l’accordo BBNJ, relativo alle zone situate oltre la giurisdizione statale, focalizzandosi sulla biodiversità oceanica. In parallelo, anche la quarta conferenza globale sul finanziamento dello sviluppo, insieme alle discussioni relative alla ricapitalizzazione del Global Environment Facility, avrà il potenziale di rimodellare le direttive d’investimento orientate verso una maggiore sostenibilità ambientale.

La COP16 Bis: Un Nuovo Impulso per la Biodiversità

Dopo la battuta d’arresto a Cali, in Colombia, le sessioni supplementari della COP16 della Convenzione sulla Diversità Biologica, soprannominata “Cop 16 bis”, si sono svolte a Roma dal 25 al 27 febbraio. L’intento primario era dare nuovo vigore alla concretizzazione del Quadro Globale per la Biodiversità di Kunming-Montreal (KMGBF), il programma globale delle Nazioni Unite che determina traguardi per arrestare e invertire il depauperamento della natura entro il 2030. Sotto la guida di Susana Muhamad, ministra dell’Ambiente colombiano, la Cop 16 bis si è conclusa con il lancio del Fondo Cali per la giusta ed equa condivisione dei benefici derivanti dall’uso di dati genetici digitali (DSI). Le aziende che ottengono profitti grazie ai DSI dovranno versare parte dei loro ricavi a questo fondo, che aiuterà a mobilitare nuovi flussi di finanziamento per le azioni a favore della biodiversità di tutto il mondo. All’incirca la metà delle risorse del Fondo Cali verranno indirizzate alle popolazioni autoctone e alle comunità locali, comprendendo donne e bambini, data la loro importanza essenziale nella salvaguardia della biodiversità.

Finanziamenti e Leadership Globali: Nuove Dinamiche

Un accordo è stato formalizzato riguardo al GBF, stabilendo che l’obiettivo 19 prevede la mobilitazione annuale minima di almeno 200 miliardi di dollari destinati ad attività dedicate alla salvaguardia della biodiversità da realizzarsi entro il 2030. Per i Paesi situati nel Sud Globale insieme agli Stati insulari si prevedono allocazioni finanziarie pari a 20 miliardi nel 2025, con l’intento d’arrivare ad un importo minimo complessivo pari a 30 miliardi entro il 2030. Ferdinando Cotugno, noto giornalista, ha evidenziato una transizione verso nuove leadership globali: sia l’Europa sia il Canada sembrano essere destinate a restare ai margini delle decisioni cruciali. Il Brasile emerge quindi quale figura guida in ambito ambientale e relativo alla biodiversità. Si osserva inoltre che quindici degli attuali diciassette Paesi con maggiore varietà biologica si trovano nei territori del Sud Globale. Questi ultimi non intendono ricevere indicazioni dagli stati più abbienti su come gestire le proprie risorse naturali, ciò potrebbe sfociare in conflitti significativi legati alle questioni finanziarie.

Oltre la Monetizzazione: Il Valore Inestimabile della Biodiversità

L’assenza apparente di valore attribuito alla biodiversità scaturisce dalla disconnessione del Nord Globale dal suo ambiente naturale, fenomeno che ha portato alla creazione di una società dove tutto viene misurato economicamente. In quest’ottica, ogni cosa deve assumere un costo preciso; qualora ciò non accadesse verrebbe percepita priva di significato intrinseco. È importante notare che valutare monetariamente la biodiversità presenta notevoli difficoltà. Essa riveste invece un ruolo imprescindibile nel mantenimento degli ecosistemi vitali per assicurare quei servizi ecosistemici necessari all’esistenza dell’essere umano a livello mondiale: sia chi dispone delle risorse economiche più alte sia chi vive in condizioni difficili necessita infatti ugualmente dell’ossigeno, dell’acqua, così come dei terreni fertili destinati alle produzioni alimentari. La stabilità della vita stessa dipende dall’equilibrio della natura circostante. È illogico e persino controproducente trattare argomenti rilevanti come le questioni climatiche e le ingiustizie ambientali senza integrare nella discussione anche l’urgenza di proteggere ed esaltare la diversità biologica presente nei nostri habitat.

Un Appello Urgente: Agire Ora per un Futuro Sostenibile

Urge un intervento immediato per garantire un avvenire sostenibile: ben trentanove organizzazioni e reti appartenenti alla società civile hanno risposto all’esortazione del WWF Italia, sollecitando il governo italiano a impegnarsi attivamente per agevolare un’intesa sulla canalizzazione delle risorse finanziarie e per assicurare un contributo economico maggiore da parte dell’Italia a favore della biodiversità tramite i fondi multilaterali appositi. Il preoccupante declino della diversità biologica innesca rischi consistenti per l’economia globale e per la popolazione mondiale: più della metà del PIL complessivo del pianeta è direttamente collegato ad attività che dipendono dalla biodiversità, la cui perdita genera conseguenze gravissime sulla possibilità di ogni abitante della Terra di avere accesso ad aria salubre, acqua pulita, terreni fertili e cibo sano. La scomparsa dei vantaggi forniti dagli ecosistemi naturali rappresenta una minaccia concreta all’esistenza sia delle grandi che delle piccole imprese, degli agricoltori e delle comunità insediate.

Verso un Futuro Sostenibile: Un Imperativo Morale e Strategico

La transizione ecologica si presenta non solo come un fenomeno caratterizzato dall’adozione delle ultime innovazioni tecnologiche o dall’attuazione rigorosa delle politiche ambientali; costituisce piuttosto una trasformazione radicale del nostro atteggiamento verso l’ambiente naturale. È fondamentale comprendere che la biodiversità rappresenta il fondamento stesso degli ecosistemi. La mancanza di una vasta gamma biologica rende tali sistemi vulnerabili e incapaci d’offrire quei servizi cruciali per l’umanità.
In aggiunta a ciò, occorre evidenziare che
la protezione della biodiversità implica necessariamente un approccio integrato ed olistico, in cui si considerino le relazioni tra clima, economia sociale ed ecologia. L’emergente crisi climatica non può essere affrontata adeguatamente se non accompagniamo questa azione con misure mirate alla salvaguardia della diversificazione biologica.

Siamo invitati a riflettere seriamente su questi aspetti: continuando ad utilizzare l’ambiente come se fosse una fonte illimitata da sfruttare mettiamo in discussione i presupposti della nostra stessa esistenza. È giunto il momento di rivedere totalmente le nostre pratiche al fine d’intraprendere uno sviluppo sostenibile focalizzato sull’importanza cruciale della biodiversità insieme al benessere collettivo. *È solo attraverso questa via che avremo la possibilità di plasmare un domani autenticamente ecocompatibile, sia per il nostro presente che per le generazioni a venire.*


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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