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Marghera hydrogen valley: può questo progetto salvare il veneto?

Scopri come l'iniziativa, finanziata con i fondi del PNRR NextGenerationEU, mira a trasformare un sito industriale storico in un polo di eccellenza per la produzione di idrogeno verde e quali benefici concreti porterà alla comunità locale.
  • L'elettrolizzatore avrà capacità nominale di 4,59 MW.
  • Investimenti per 2,5 miliardi di euro grazie alla ZLS.
  • Regione Veneto stanzia 30 milioni di euro per l'idrogeno.

Marghera hydrogen valley: un nuovo orizzonte per il veneto

L’area di Porto Marghera, situata nel cuore del Veneto, si prepara a una trasformazione radicale, candidandosi a diventare la principale “Hydrogen Valley” italiana. Un progetto ambizioso, finanziato con i fondi del piano nazionale di ripresa e resilienza (pnrr) nextgenerationeu, che mira a convertire un sito industriale storico, segnato da passate criticità ambientali, in un polo di eccellenza per la produzione di idrogeno verde. L’iniziativa, promossa da una collaborazione tra diverse realtà, tra cui sapio ed eco+eco srl, punta a creare un ecosistema integrato per la produzione e l’utilizzo di vettori energetici rinnovabili, coinvolgendo il tessuto logistico-produttivo e la comunità locale. L’obiettivo è ambizioso: decarbonizzare l’economia del territorio, promuovere la mobilità sostenibile e rilanciare un’area che ha segnato la storia industriale del paese.

Il progetto ha ottenuto un’accelerazione grazie all’istituzione della zona logistica semplificata (zls) di Venezia e del rodigino, che ha permesso di snellire le procedure amministrative e autorizzative. L’autorità di sistema portuale ha già firmato il decreto autorizzativo per la realizzazione di un nuovo impianto per la produzione di idrogeno verde nello stabilimento sapio, un passo fondamentale per la concretizzazione dell’hydrogen valley. L’impianto, un elettrolizzatore, sarà alimentato da un impianto fotovoltaico e da altre fonti energetiche rinnovabili, garantendo un ciclo produttivo a zero emissioni. La capacità nominale complessiva dell’elettrolizzatore sarà di 4,59 mw, corrispondenti a una capacità di produzione oraria di circa 1.000 nm3/h di idrogeno (0,09 th2/h). La sua realizzazione avverrà in un’area dismessa, recuperando e valorizzando infrastrutture esistenti, secondo i principi dell’economia circolare.

L’assessore regionale all’energia e allo sviluppo economico, roberto marcato, ha espresso grande soddisfazione per l’avvio del progetto, sottolineando come la zls abbia generato investimenti per 2,5 miliardi di euro e stia trasformando marghera in un hub di innovazione e sostenibilità. marcato ha inoltre ribadito l’importanza strategica dell’idrogeno per lo sviluppo sostenibile del veneto, evidenziando come la regione abbia stanziato 30 milioni di euro nel nuovo piano energetico per sostenere la ricerca e lo sviluppo di tecnologie innovative in questo settore. L’obiettivo è quello di fare di marghera la capitale nazionale della sostenibilità, un modello da seguire per la transizione energetica del paese.

Le fonti di energia: idrogeno verde a garanzia zero emissioni

La chiave per valutare la reale sostenibilità della marghera hydrogen valley risiede nella tipologia di energia utilizzata per la produzione di idrogeno. Per essere considerato “verde”, l’idrogeno deve essere ottenuto esclusivamente da fonti rinnovabili, come l’energia solare, eolica o idroelettrica. L’alternativa, l’idrogeno “grigio” o “blu”, derivato da combustibili fossili, rappresenta solo una soluzione parziale, che non risolve il problema delle emissioni di gas serra. Il progetto prevede che l’impianto sapio sia alimentato da un impianto fotovoltaico e da altre fonti rinnovabili, garantendo un ciclo produttivo a zero emissioni.

Tuttavia, è fondamentale vigilare affinché questo impegno sia mantenuto nel tempo, evitando che si trasformi in una semplice operazione di greenwashing. La trasparenza sui contratti di fornitura energetica e sulla provenienza dell’energia utilizzata sono elementi imprescindibili per garantire la credibilità del progetto. è inoltre importante valutare l’efficienza complessiva del processo, considerando le perdite energetiche che possono verificarsi durante la produzione, il trasporto e lo stoccaggio dell’idrogeno. Un bilancio energetico accurato è necessario per evitare che i benefici ambientali siano vanificati da inefficienze del sistema. andrea bos, presidente di hydrogen park, ha assicurato che l’impianto produrrà idrogeno su scala industriale, senza la previsione di un periodo sperimentale. una volta avviato – precisa bos – produrrà da subito in scala industriale, senza la previsione di un periodo sperimentale

Il progetto prevede la rivitalizzazione di un insediamento produttivo dismesso secondo i princìpi dell’economia circolare. E l’idrogeno rinnovabile prodotto potrà essere impiegato sia nel settore industriale, che nella logistica, che nella mobilità sostenibile, ma anche in servizi come la raccolta e il trattamento dei rifiuti. è prevista la creazione di una vera e propria “banca dell’idrogeno”, che garantisca un accesso illimitato alla molecola ai fruitori, anche grazie alla possibilità di importare idrogeno su scala petrolifera, sfruttando gli approvvigionamenti con navi fino a 50 mila tonnellate l’una.

Il coinvolgimento della comunità locale: un’opportunità per la crescita

Un progetto di questa portata deve necessariamente coinvolgere la comunità locale, garantendo che i benefici si traducano in un miglioramento concreto della qualità della vita dei cittadini. Le promesse di nuove opportunità di lavoro sono un elemento importante, ma è necessario analizzare attentamente la natura di questi posti di lavoro. Si tratterà di impieghi qualificati e ben retribuiti, in grado di attrarre nuove competenze e valorizzare il capitale umano locale? oppure si tratterà di lavori precari e a basso valore aggiunto, che non contribuiranno significativamente allo sviluppo del territorio?

La salute dei cittadini è un altro aspetto fondamentale da considerare. Marghera è un’area che ha subito le conseguenze dell’inquinamento industriale del passato, e qualsiasi nuova attività deve essere attentamente monitorata per evitare ulteriori danni. è necessario effettuare studi epidemiologici indipendenti per valutare l’impatto del progetto sulla salute della popolazione e adottare misure di prevenzione e mitigazione adeguate. il progetto mira a creare un ecosistema integrato per la produzione e l’impiego di vettori energetici rinnovabili, coinvolgendo il tessuto logistico-produttivo e la comunità locale, venendo impiegato in servizi quali la raccolta dei rifiuti e il loro trattamento e operando una progressiva decarbonizzazione dell’economia del territorio.

L’assessore marcato ha sottolineato come la zona logistica semplificata di venezia e del rodigino possa produrre investimenti economici per 2,5 miliardi. fulvio lino di blasio, presidente dell’autorità portuale, ha ricordato che si tratta della quarta autorizzazione rilasciata tramite procedura zls-sua dall’inizio dell’anno, cui ne seguiranno molte altre. di blasio ribadisce quindi come porto marghera è stata e continuerà a essere luogo di innovazione per il settore energetico. il progetto va inserito in un processo virtuoso di decarbonizzazione come un anello della catena di costruzione di un hub energetico, che può contare su spazi, infrastrutture e presenza di grandi aziende in possesso di un importante know-how.

L’impatto sulla laguna: un ecosistema da tutelare

La laguna veneziana è un ecosistema unico e fragile, che ha subito le conseguenze dell’inquinamento industriale del passato. qualsiasi nuovo progetto industriale nell’area deve tenere conto di questa storia e adottare le massime precauzioni per evitare ulteriori danni. è fondamentale effettuare studi di impatto ambientale rigorosi e indipendenti, che valutino i rischi potenziali per la laguna e propongano misure di mitigazione efficaci. in particolare, è necessario monitorare attentamente la qualità delle acque, per prevenire l’inquinamento da sostanze chimiche o metalli pesanti. è importante anche proteggere gli habitat naturali, come le barene e le zone umide, che svolgono un ruolo fondamentale per la biodiversità lagunare.

L’autorità di sistema portuale del mare adriatico settentrionale ha avviato una collaborazione su due progetti specifici: il progetto “ports8”, con l’obiettivo di realizzare un centro di produzione di idrogeno e stazione di rifornimento stradale nell’area portuale di porto marghera e il progetto “sunshinh3” che intende sviluppare un sistema di distribuzione innovativo di ammoniaca verde. l’intesa punta alla creazione di una hydrogen valley ovvero un distretto dell’idrogeno d’area vasta metropolitana e si pone in linea con il “manifesto per la sostenibilità” redatto da confindustria venezia per coniugare lo sviluppo economico con la tutela sociale ed ambientale.

alberto dossi, presidente del gruppo sapio, ha dichiarato: “il futuro del nostro paese inizia da ciò che possiamo realizzare oggi” – collaborazioni importanti come questa con hydrogen park e autorità di sistema portuale del mare adriatico settentrionale sono un chiaro esempio dell’impegno che intendiamo mettere a disposizione per contribuire a ridurre le emissioni di gas a effetto serra entro il 2030 e conseguire la neutralità climatica entro il 2050.

Verso un futuro sostenibile: marghera come modello per l’italia

La marghera hydrogen valley rappresenta un’opportunità concreta per trasformare un’area industriale in un polo di eccellenza per la produzione di energia pulita, contribuendo alla decarbonizzazione dell’economia e alla creazione di nuove opportunità di lavoro. Tuttavia, il successo di questo progetto dipenderà dalla capacità di garantire la trasparenza, la partecipazione della comunità locale e la tutela dell’ambiente. è fondamentale che le istituzioni, le imprese e i cittadini lavorino insieme per vigilare affinché le promesse di sostenibilità non si trasformino in una mera operazione di speculazione industriale sulle ceneri di un polo chimico che ha già causato troppi danni.

Il sito industriale sapio a marghera si trasformerà nella prima hydrogen valley d’italia, dimostrando che è possibile coniugare sviluppo economico e transizione ecologica. la celerità dell’iter verso la realizzazione è stata resa possibile soprattutto da due fattori. il primo è dato dal grande lavoro di squadra e dialogo tra istituzioni, che hanno creduto fin da subito al progetto, dandoci il loro sostegno. dal punto di vista amministrativo, è legato al fatto che il veneto sia stata la prima regione ad aver istituito una zls: ora ne raccogliamo i frutti ed è solo l’inizio di quanto sarà possibile attivare grazie ad essa. la zona logistica semplificata di venezia e del rodigino, che ha abbreviato i tempi di progettazione e autorizzazione, potrà dunque produrre investimenti economici per 2,5 miliardi.

L’idrogeno è la sfida del futuro e può garantire una crescita sostenibile nel rispetto della transizione energetica. la tecnologia esiste già, ma è fondamentale continuare a investire nella ricerca. come regione ci crediamo e nel nuovo piano energetico, in approvazione in consiglio regionale, abbiamo stanziato 30 milioni di euro. queste risorse sono destinate esclusivamente all’idrogeno, non al nucleare, che escludiamo completamente dal piano, anche per il futuro. marghera ha dato tanto nei decenni scorsi, ora deve diventare la capitale nazionale della sostenibilità. il progetto di hydrogen valley si integra con quello di hub energetico, attraverso la creazione di una vera e propria “banca dell’idrogeno”, che garantisca un accesso illimitato alla molecola ai fruitori, anche grazie alla possibilità di importare idrogeno su scala petrolifera, sfruttando gli approvvigionamenti con navi fino a 50 mila tonnellate l’una.

Amici lettori, riflettiamo un attimo. La transizione ecologica, in fondo, non è altro che un cambio di paradigma: passare da un sistema economico basato sullo sfruttamento delle risorse naturali a un modello che le rispetta e le rigenera. È un po’ come smettere di vivere di rendita e iniziare a investire nel futuro, un futuro in cui l’energia pulita e l’economia circolare diventano la norma. Ma attenzione, la transizione ecologica non è solo una questione di tecnologie e investimenti. è anche una sfida culturale, che richiede un cambiamento di mentalità da parte di tutti noi. dobbiamo imparare a consumare meno, a produrre in modo più sostenibile e a valorizzare le risorse naturali che ci circondano.

Proviamo ora a elevare il discorso. Un concetto più avanzato legato alla transizione ecologica è quello della “resilienza ecologica”. Non si tratta solo di ridurre l’impatto ambientale, ma di creare sistemi socio-economici in grado di adattarsi ai cambiamenti climatici e alle altre sfide ambientali. Ciò significa diversificare le fonti di energia, promuovere l’agricoltura sostenibile, proteggere la biodiversità e investire in infrastrutture resilienti. In questo senso, la marghera hydrogen valley può rappresentare un esempio di resilienza ecologica, trasformando un’area vulnerabile in un polo di innovazione e sostenibilità. Ma per raggiungere questo obiettivo, è necessario un approccio integrato e partecipativo, che coinvolga tutti gli attori del territorio, dalle istituzioni alle imprese, dai cittadini alle associazioni ambientaliste. solo così potremo costruire un futuro più sostenibile e resiliente per marghera e per l’intero paese.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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